Omicidio Temù: «Il trio ha sempre agito in perfetto equilibrio»

Le motivazioni della Corte d'assise d’appello di Brescia: «Il progetto di uccidere da parte degli imputati venne elaborato, vennero preparate le modalità attuative, predisposto anche il luogo del delitto, venne studiata l'occasione per commetterlo»
  • Omicidio Ziliani, la sentenza del processo d'appello
    Omicidio Ziliani, la sentenza del processo d'appello - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Omicidio Ziliani, la sentenza del processo d'appello
    Omicidio Ziliani, la sentenza del processo d'appello - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Tutti colpevoli allo stesso modo e quindi tutti condannati all’ergastolo. Non ha dubbi la Corte d’assise d’appello di Brescia nelle 72 pagine di motivazioni della condanna al fine pena mai nei confronti del trio criminale, Paola e Silvia Zani e Mirto Milani, autori dell’omicidio dell’ex vigilessa di Temù Laura Ziliani, madre delle due imputate, ammazzata l’8 maggio 2021 poi sepolta vicino al fiume Oglio a Temù e ritrovata tre mesi dopo.

«Non vi è mai stato sbilanciamento di ruoli fra i tre imputati, anche sotto il profilo della loro reciproca influenza, per questo è inattuabile la richiesta difensiva “di modulare diversamente il giudizio di responsabilità”» scrive la Corte che conferma in toto la sentenza di primo grado pur spiegando che «non è richiesto al giudicante necessariamente l'individuazione di un provato e certo movente dell'azione omicidiaria». Per i giudici di secondo grado l’omicidio di Laura Ziliani è stato premeditato nonostante i difensori degli imputati abbiano provato a sostenere il contrario. 

Premeditazione

«È un’interpretazione meramente difensiva, proposta nei tre singoli appelli, ma che non tiene in conto delle accurate e ripetute dichiarazioni degli imputati, che mai hanno negato un filo conduttore caratterizzante i loro pensieri per mesi, qualunque fosse il movente concreto, tanto richiamato da più parti, comunque nel dichiarato intento, per parecchio tempo affacciatosi alla loro mente, di togliere l'afflato vitale a Laura Ziliani».

E ancora: «Non può questa Corte non osservare, come già argomentato in primo grado, che il progetto di uccidere da parte degli imputati venne elaborato, vennero preparate le modalità attuative, predisposto anche il luogo del delitto, venne studiata l'occasione per commetterlo, preparandosi altresì al nascondimento del cadavere, munendosi a tal fine di vestiti e strumentazione apposita, predisponendo altresì la vettura per il trasporto del cadavere, cosi dandosi ulteriormente contezza che l'evento, secondo la loro prospettazione, si doveva verificare».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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