Omicidio suicidio a Lonato, la donna non si sarebbe difesa forse perchè stordita
Esami, sopralluoghi, accertamenti. Man mano che proseguono le indagini trovano sempre maggiori conferme le ipotesi sulla dinamica dell’omicidio sudicio di Lonato ma resta senza una risposta la domanda più pesante: perché quel gesto senza ritorno e soprattutto perché la donna, morta per prima e per ferite che non si è inferta da sola, non ha provato a difendersi.
Autopsie
Nelle scorse ore sono state ultimate le autopsie sui corpi di Cristian Catalano, operaio 50enne rientrato in Italia da circa un anno dopo la separazione dalla moglie che aveva sposato in Brasile, e Shuai Lì, massaggiatrice cinese di 45 anni in Italia da clandestina da pochi mesi. Gli esami hanno confermato quella che era stata l’ipotesi del medico legale già durante il sopralluogo nell’appartamento della località Madonna della Scoperta in cui si è consumata la tragedia nella notte tra Pasquetta e martedì.
Con i coltelli della casa l’uomo ha prima tagliato le vene dei polsi alla donna, che non ha opposto resistenza, ed è morta diverse ore dopo, dissanguata nella camera da letto. Con le stesse armi Catalano ha tentato di tagliarsi la gola, prima tagli più superficiali e poi squarci più profondi e poi ha affondato la lama anche sulle sue braccia. Mentre si dissanguava ha vagato per la casa, ha spostato il corpo della donna, e poi, in bagno, si è accasciato.
Quesiti
Dalla medicina legale è arrivata anche un’altra risposta. La donna non aveva in grembo un feto formato. Se era incinta, lo era da poche settimane e lo si potrà sapere solo dopo che saranno completate le analisi del sangue. Gli stessi accertamenti che saranno necessari per provare a capire perché la donna non si sia difesa.
La prima ipotesi, tecnicamente impossibile da verificare dato che non ci sono biglietti o altre indicazioni, è che fosse consenziente; mentre l’altra è che fosse stata stordita: in modo traumatico, con un colpo alla testa ad esempio, ma è stato escluso perché sul corpo non sono stati rilevati segni e allo stesso modo che fosse già morta, magari soffocata. Resta in campo la possibilità che fosse stata resa incosciente con una qualche sostanza chimica, magari con uno dei farmaci che Catalano usava per accrescere la massa muscolare e che sono stati trovati nell’appartamento. Il tossicologo incaricato dalla Procura ha chiesto 60 giorni di tempo per rispondere.
Nel frattempo i Carabinieri si stanno concentrando sui telefoni cellulari delle due vittime alla ricerca delle conversazioni tra di loro e delle ricerche online fatte nelle ultime settimane per capire se ci fossero motivi tali da spingerli a decidere di suicidarsi insieme oppure se uno di loro avesse fatto ricerche specifiche su veleni, farmaci o tecniche efficaci per togliersi la vita.
Nullaosta
Nel frattempo il magistrato ha rilasciato in nullaosta per la sepoltura dei corpi di Cristian Catalano e Shuai Li. Quello della donna è stato affidato al fratello, che lavora come cuoco in un ristorante di connazionali sul Garda, mentre quello di Catalano è stato affidato ad un amico dato che i familiari non hanno risposto alla chiamata della Procura.
Per ora l’appartamento di Lonato resta sotto sequestro, nel caso fossero necessari ulteriori sopralluoghi anche se, al momento, non ne sono previsti.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
