Omicidio Sana Cheema, i medici legali: «È stata strangolata con un foulard
Sana Cheema fu uccisa. Lo dicono con certezza i medici legali cui si è affidata la procura generale nell’ambito del processo che si sta celebrando in corte d’assise a carico del padre e del fratello della 24enne di casa in via Bevilacqua in città e da tempo cittadina italiana, assassinata in Pakistan il 18 aprile del 2018 per aver rifiutato, questa l’ipotesi dell’accusa, un matrimonio combinato dalle famiglie. «Sana Cheema è stata strangolata con un foulard, sicuramente da terzi. Chi l’ha aggredita - hanno affermato i medici legali incaricati dal procuratore generale Guido Rispoli e dalla pm Claudia Passalacqua - l’ha afferrata da dietro e stretta con l’avambraccio, poi ha stretto la sciarpa fino ad occludere le sue vie aeree». A portare i medici legali ad esprimersi in questi termini è la lussazione del corno ioide, «la prova regina» hanno detto gli esperti.
Le avvocate del padre e del fratello di Sana Cheema hanno cercato di insinuare il dubbio che il corpo esumato e analizzato in Pakistan sia proprio quello di Sana e che la lussazione dell’osso ioide sia avvenuta post mortem, nelle manovre di ricomposizione della salma. «Manca il dna di Sana - hanno sostenuto i consulenti - ma che fosse lei abbiamo pochi dubbi. Sul cadavere vi era un tatuaggio pacificamente di Sana Cheema. Quanto ad una lussazione post mortem tenderemmo ad escluderla». Il processo è stato aggiornato al 17 aprile. La Corte d’assise ha previsto un viaggio in Pakistan sui luoghi dell’omicidio.
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