CronacaGarda

Omicidio di Puegnago, il figlio: «L’ho uccisa perché non la sopportavo più»

I carabinieri nell'abitazione in cui è stata uccisa Santina Delai - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
I carabinieri nell'abitazione in cui è stata uccisa Santina Delai - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
AA

Dalle 5.30 di mercoledì, ora dell’omicidio, alle 5.30 di giovedì quando è stata verbalizzata la confessione. In 24 ore Mauro Pedrotti, 54 anni, ha messo fine alla vita della madre e ha rovinato per sempre la sua. È stato risolto praticamente subito il giallo di Puegnago del Garda, dove Santina Delai, 78 anni, è stata uccisa in casa mercoledì mattina con uno straccio attorno al collo. Strangolata a morte mentre faceva le pulizie. Non da un ladro, come poteva sembrare inizialmente data anche la presenza di alcuni cassetti del salotto aperti, ma dall’unico figlio che con la moglie abitava in un appartamento confinante con quello dell’anziana madre, vedova da cinque anni.

«Ha inscenato un furto in casa, ma alla fine sapeva che non l’avrebbe fatta franca» ha spiegato il legale di fiducia dell’uomo, l’avvocato Giovanni Brunelli lasciando all’alba di oggi il comando provinciale dei carabinieri di Brescia.

Omicidio di Puegnago, confessa il figlio di Santina Delai: le parole del suo avvocato

Di fatto Mauro Pedrotti aveva già confessato ai carabinieri che per ore lo avevano messo alle strette. Alla presenza del difensore, in poco più di un’ora, ha messo nero su bianco l’ammissione di colpa. «Non ne potevo più. Vivere vicini era diventato ormai impossibile» avrebbe raccontato. Svelando anche che ultimamente i conflitti con la madre erano diventati quotidiani per via della decisione dell’uomo di cambiare casa.

Pedrotti ha parlato di una madre ingombrante, «una madre padrone» l’ha definita davanti al pubblico ministero Ines Bellesi che ha firmato il fermo con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla minorata difesa e dal legame di parentela.

Un paese sotto choc

A Puegnago del Garda, paese di 4500 persone, la confessione è stata uno choc. Soprattutto tra i parenti dei protagonisti di questo omicidio consumato in provincia di Brescia. «Impossibile. Non ci credo. Non può essere stato lui. Andava d’accordissimo con la mamma» ripete Angela Maria, sorella di Santina Delai e zia di Mauro Pedrotti. «Pranzavano sempre insieme, non abbiamo mai saputo di tensioni. È inspiegabile» si sfoga la sorella della vittima. Pedrotti ha però detto ai carabinieri che da tempo con la madre preferiva non sedersi più allo stesso tavolo per i cattivi rapporti che si erano creati.

Omicidio di Puegnago, la sorella della vittima appoggia i fiori all'esterno dell'abitazione

La moglie e la figlia del 54enne, operaio in un’azienda che si occupa di opere stradali, e che ieri è stato il primo a lanciare l’allarme, non hanno rilasciato dichiarazioni. Hanno evitato i giornalisti fuori casa. In mano dei sacchi con abiti da portare probabilmente in carcere a Canton Mombello dove Mauro Pedrotti è stato portato dopo aver confessato di aver ucciso la madre e dove domattina comparirà davanti al gio Gaia Sorrrentino per l’interrogatorio di convalida del fermo.

Per quello che è il secondo caso in pochi mesi nel Bresciano di un figlio che ammazza il genitore. Lo scorso 15 settembre a Sirmione, sempre sul Garda, fu il 45enne Ruben Andreoli ad assassinare la madre Nerina Fontana di 72 anni. La massacrò con calci e pugni nel salotto di casa durante un litigio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.