Omicidio di Cologne, conferme e smentite nell’udienza di ieri

Per l’omicidio e la distruzione del cadavere di Nexhat Rama è imputato Cristiano Mossali, che aveva un debito da circa 30mila euro con il 40enne kosovaro
Omicidio di Cologne, conferme e smentite
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Una conferma. E una parziale smentita. Sono quelle emerse ieri nell’udienza davanti alla Corte d’Assise, presidente Luca Tringali, del processo a carico del meccanico di Palazzolo sull’Oglio Cristiano Mossali per l’omicidio e la distruzione del cadavere di Nexhat Rama, 40enne kosovaro con cui aveva un debito da 30mila euro.

Nell’udienza della scorsa settimana l’imputato era stato sentito e aveva spiegato che le tracce di sangue della vittima che sono state trovate nella sua officina sarebbero da ricondurre ad una ferita che il kosovaro si era procurato tagliando un salame. Una circostanza confermata da un ex collaboratore dell’officina, chiamato come teste dalla difesa: «Stavo pitturando il bagno e Mossali mi ha detto di andare a mangiare nella stanzina. Lui stava salendo a prendere un coltello nel suo appartamento. Quando sono arrivato c’era Rama che non aveva voluto aspettare e si era ferito tagliando il salame con un taglierino dell’officina».

Smentito invece, dal titolare di un’azienda che commercia escavatori, che il giorno dell’omicidio Mossali dovesse andare nella loro sede di Seriate e che per questo avesse detto agli operai di non presentarsi. «Mi aveva mandato la foto del mezzo che stava sistemando il 26 agosto, mi ha chiamato per chiedermi di alcuni pezzi di ricambio ma non abbiamo mai preso appuntamenti e neppure gli abbiamo fatto preventivi o forniture. Ci siamo solo parlati al telefono».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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