Oltre 300 manifestanti per l’ospedale di Desenzano: «Resti dov’è»
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«L’ospedale resti dov’è: non è questione di mura, ma di salute». Questo l’appello che ha risuonato in piazza a Desenzano, dove oltre trecento manifestanti si sono riuniti per chiedere che l’ospedale Montecroce non venga ricostruito altrove, e men che meno nel Parco locale di interesse sovracomunale, ma venga messo a norma antisismica e ristrutturato per garantire un servizio sanitario efficiente.
La manifestazione è stata l’occasione per dare voce alle migliaia di cittadini (oltre cinquemila) che hanno firmato la petizione promossa dal Comitato: l’ospedale deve restare dov’è, con la sua vista sul lago, e non essere sacrificato a favore di uno nuovo. Ipotesi, quest’ultima, che sembra essere dallo studio di fattibilità la preferita della Regione.
Dissenso
Molti cittadini si sono fermati nei gazebo ieri e durante le ultime settimane per esprimere il loro dissenso: «Non sono i muri nuovi che fanno un ospedale migliore, ma l’efficienza dei servizi e la qualità delle strutture», ha dichiarato uno dei relatori che si sono alternati al microfono, aggiungendo che la messa a norma antisismica, la ristrutturazione e l’introduzione di macchinari diagnostici all’avanguardia sono le soluzioni da perseguire.

La manifestazione ha inoltre fatto luce su un aspetto poco chiaro del progetto: secondo i manifestanti, i costi per la costruzione di un nuovo ospedale sono stati sottostimati, mentre quelli per la messa a norma sono stati sovrastimati. Il Comitato ha chiesto che vengano condotti studi approfonditi per mettere a confronto i costi reali e i tempi di realizzazione di entrambe le soluzioni, sostenendo che sia necessario un confronto trasparente basato su documenti concreti e non su ipotesi.
I comitati
Alla protesta hanno partecipato anche i comitati in difesa degli ospedali di Cremona e Menaggio e della sanità pubblica, nonché il Comitato «La Roccia» di Gavardo. Tutti uniti per chiedere «una sanità che rispetti la salute di tutti i cittadini, che non costringa a rivolgersi al privato a causa delle lunghe liste di attesa e che non tagli servizi, costringendo le persone a spostarsi lontano da casa per le cure».
Dalla piazza piena è salito un appello: «Non vogliamo essere esclusi dalle decisioni che riguardano la nostra salute, chiediamo alla politica di ascoltare le esigenze della comunità e di prendere decisioni che tutelino il bene comune».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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