Nuzzi su Garlasco: «Se è un errore giudiziario paghino i magistrati»

Il conduttore di Quarto Grado: «Dopo 18 anni devono dirci la verità»
Gianluca Nuzzi - © www.giornaledibrescia.it
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«Io credo che Andrea Sempio abbia diritto di difendersi e se è stato un errore giudiziario, su di lui o su Alberto Stasi, che si sappia. Viva Dio dateci una verità. Non tanto a me, ma alla mamma di Chiara che è sopravvissuta alla morte atroce della figlia».

Chiede la verità Gianluigi Nuzzi, giornalista d’inchiesta e noto conduttore di Quarto Grado su Retequattro. È stato a Botticino mercoledì sera per la prima nazionale del suo spettacolo teatrale «La fabbrica degli innocenti», col quale vuole demolire chi sui grandi fatti di cronaca si è creato una notorietà delegittimando verità processuali accertate e instillando nella testa di telespettatori e frequentatori dei social dubbi e incertezze.

Nella vicenda di Garlasco c’è stato un vero e proprio colpo di scena. Che ne pensa?

«Ne parlo anche nel mio spettacolo "La fabbrica degli innocenti", perché è una situazione che ho seguito e che seguo con interesse e attenzione. Purtroppo qui è l’altra faccia della medaglia. Sono gli errori della Magistratura e degli inquirenti che ci fanno entrare in un pericoloso gioco dell’oca, dove fai due passi avanti e tre indietro».

Come se ne esce?

«Io credo che come i giornalisti devono pagare se sbagliano, i medici, gli architetti, chiunque se sbaglia paga, così anche i magistrati. Ma lo diciamo da troppo tempo. E attenzione perché a delegittimare la Magistratura non sono gli attacchi politici. Ma è l’azione di alcuni stessi magistrati che poi rimangono così, sospesi, hanno degli avanzamenti di carriera. Ne parliamo dalla morte di Enzo Tortora del 1983. Ma questo non vuol dire essere contro la Magistratura. Questo vuol dire essere a favore. Perché io ritengo che sia fondamentale questo ruolo».

In passato nella sua trasmissione aveva intervistato Andrea Sempio, l’amico del fratello di Chiara, oggi di nuovo indagato?

Ho intervistato Andrea Sempio quando fu scagionato dall’accusa. Ma adesso io non esprimo un giudizio, perché non riduco la giustizia alle interpretazioni che dava due secoli fa Lombroso. E mi spaventerebbe questo. Io credo che anche lui come ognuno di noi abbia diritto di difendersi, dopodiché esca quanto prima la verità. Se è stato un errore giudiziario, su Andrea Sempio o su Alberto Stasi, che si sappia. Dateci una verità. Non tanto a me, ma alla mamma di Chiara che è sopravvissuta alla morte atroce della figlia».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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