Nuova gestione per I Magli di Sarezzo, riapre lo storico museo

Con l’arrivo della primavera «esce dal letargo» anche il museo I Magli di Sarezzo, che riapre le porte ogni domenica dalle 15 alle 18. Con una novità: da quest’anno la sua gestione è stata assegnata, al termine di una manifestazione di interesse fatta dal Comune di Sarezzo, alla Fondazione Pietro Malossi, la medesima che si occupa della Casa museo ospitata negli spazi della Casa Averoldi, all’interno del Borgo del Maglio di Ome.
Testimonianza. «I Magli è un museo che fa un po’ fatica a essere lanciato - spiega la sindaca di Sarezzo, Valentina Pedrali - ma costituisce una testimonianza importante del territorio: è la prima tappa della Via del ferro e delle miniere dell’Ecomuseo di Valle Trompia La Montagna e l’Industria e aderisce al Sistema museale valtrumplino».
La storia
Di origine cinquecentesca, la fucina propone oggi un itinerario museale alla scoperta delle secolari tradizioni triumpline legate ai processi di estrazione, fusione e produzione di arnesi di ferro.
Nel XVIII secolo compare nell’elenco dei beni della famiglia Bailo, indicata come «fucina in grado di affinare la ghisa in arrivo dai forni fusori per la lavorazione al maglio» e nel 1879 il sito viene acquisito dalla famiglia Sanzogni, che specializzò la produzione in attrezzi agricoli, forgiando parti di aratro come vomeri, versoi e coltri.
La fucina ha sospeso l’attività nel 1984 e da quel momento è caduta in stato di abbandono fino al 2001, quando il Comune l’ha acquistata e la restaurata, trasformandola in un museo.
Il percorso
Il cuore dell’esposizione è la «Sala Magli», chiamata così appunto perché ospita tre grandi magli. Il percorso museale prosegue al primo piano con due raccolte: la Collezione Sanzogni e la Collezione Pellegrini.
La prima conserva attrezzi e prodotti utilizzati e realizzati dai forgiatori locali, oggetto di una campagna catalografica effettuata nel 2014 che ha prodotto oltre 1.000 schede oggi consultabili online sul sito Lombardia beni culturali.

La seconda è la raccolta privata di oltre 200 strumenti scientifici risalenti al XX secolo appartenuti al perito metallurgico triumplino Andrea Pellegrini, che la famiglia ha donato alla Comunità Montana nel 2004.
Il museo è fruibile anche dai più piccoli, che qui possono imparare attraverso il gioco, ripercorrendo il ciclo del metallo seguendo i tre percorsi: quello del colore, del suono e delle qualità del ferro all’interno di una riproduzione di una galleria mineraria. Per informazioni e prenotazioni: unico@civitas.valletrompia.it – 360.1030495.
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