Nel 2023 a Brescia concesse solo 2.867 cittadinanze
Se n’è parlato tanto nei mesi scorsi, anche nel dibattito politico bresciano. Cas (centri straordinari di prima accoglienza) e Sai (sistema per la seconda accoglienza) sono diventati acronimi noti anche ai non addetti ai lavori. Ma quante persone arrivano in questi poli nel Bresciano?
A gennaio del 2024, si contavano nel territorio bresciano 12 progetti Sai per un totale di 603 posti (-24 rispetto al 2022), di cui 202 ampliati per l’emergenza Ucraina e Afghanistan: in rapporto alla popolazione residente, l’impatto delle persone accolte è dello 0,05%, cifra superiore alla media nazionale e regionale.
A questi, si aggiungono 1.729 posti presso i Cas, gestiti da enti soprattutto privati in collegamento con il Ministero dell’Interno. Lo scorso anno le richieste di asilo a Brescia sono state 5.674 (-41,6% rispetto al 2022), mentre sono cresciute del 138% quelle di protezione internazionale. Delle 2.267 richieste arrivate, però, soltanto il 9,9% è stato accolto. Per quanto concerne i permessi di soggiorno, lo scorso anno ne sono stati rilasciati 41.249, in lieve crescita (meno del 2%) sul 2022 e soprattutto per motivi familiari. Ad ottenerli sono stati soprattutto indiani, albanesi e pakistani.
Infine, nel 2023 a Brescia sono state concesse 2.867 cittadinanze (con un calo del 63,2% rispetto al valore record del 2022) - contro le 4.647 presentate - di cui l’80,9% per residenza (2.320) e il 19,1% per matrimonio (547). In tutta la provincia, lo scorso anno, sono state solo 43 mentre le domande avanzate secondo la legge 91/1992 da giovani di seconda generazione (nati in Italia da genitori stranieri con almeno 19 anni e una permanenza in Italia senza soluzione di continuità).
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