Natale alla Stanadyne, i dipendenti: «Il lavoro è dignità»
«Sarà un Natale disperato il mio. Avrò sì il conforto dei miei famigliari, ma quando ti dicono che si troverà una soluzione e che dovesti sperare, io penso che vorrei solo la certezza di poter continuare a lavorare». Marco Sauermann guarda la Stanadyne oltre il cancello: insieme ad altri colleghi condivide la preoccupazione per il futuro. A inizio mese il gruppo statunitense che guida l’azienda ha annunciato a sorpresa la messa in liquidazione della società, gettando nello sconforto gli oltre cento lavoratori (e le loro famiglie) del sito produttivo bresciano.
«Sarà un Natale triste, pieno di sofferenza, di confusione – dice Antonia Sardo –. Noi vogliamo la nostra normalità, fatta del nostro posto di lavoro, che ci è stata strappata in un attimo». Anche lei, come Marco, in questi giorni di festa si è ritrovata all’ingresso dell’azienda. Non è sola, ma col marito Omar Regolini, pure lui dipendente della Stanadyne, con l’ansia per il futuro che raddoppia in famiglia.
Le tappe
Dopo l’annuncio di inizio mese, i dipendenti hanno immediatamente avviato un'assemblea permanente e presidiato i cancelli dell'azienda della filiera dell’automotive. Il 10 dicembre, durante un incontro tra vertici aziendali e sindacati, è emersa la disponibilità della proprietà a valutare la cessione dell'attività, affidando a Confindustria Brescia il compito di esplorare potenziali acquirenti.
Pochi giorni dopo, il Prefetto di Brescia ha convocato un tavolo di confronto con sindaci e sindacati per esaminare la situazione occupazionale. Nonostante la ripresa della produzione il 17 dicembre, i lavoratori hanno mantenuto il presidio, accompagnato da forme di protesta. Il 21 dicembre, la crisi è stata discussa in Consiglio comunale a Castenedolo.
La vicenda ha attirato l'attenzione di istituzioni locali e nazionali, con l'obiettivo di trovare una soluzione che garantisca la continuità produttiva e la salvaguardia dei posti di lavoro. Nei prossimi giorni continueranno gli incontri fuori dal cancello di Castenedolo, anche con i rappresentanti delle istituzioni. Il 30, in particolare, è in calendario un incontro con l’on. Giangiacomo Calovini, al quale verrà consegnata una lettera da portare negli Stati Uniti, dove ha sede la proprietà della Stanadyne.
Dignità
«Mi ritrovo a 40 anni di contributi a essere in questo limbo – conclude Sauermann –. Mi chiedo chi possa assumere uno come me, mi chiedo a possiamo chiedere aiuto, a chi possiamo rivolgerci quando le aziende vogliono giustamente assumere giovani».
La speranza è una: «Vogliamo continuare a lavorare per mantenere la nostra dignità, la dignità di persone inserite nella società».
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