Musil, dalla Loggia 100mila euro per la riapertura del Museo del Ferro
Il Comune di Brescia ha deliberato di destinare alla Fondazione Museo dell’Industria e del Lavoro Eugenio Battisti 100.000 euro per gli interventi necessari alla riapertura – che dovrebbe essere a maggio – del Museo del Ferro «Lodovico Giordani» che si trova a San Bartolomeo in città
In città
Quella di San Bartolomeo rappresenta per il Musil l’unica sede a Brescia, le altre due, infatti, si trovano a Rodengo Saiano e a Cedegolo. «Il museo, concesso in comodato da Fondazione Civiltà Bresciana che ne aveva curato il recupero negli anni Novanta, negli ultimi anni ha già subito una serie di interventi che ne hanno profondamente modificato l’esposizione permanente e la sala multifunzionale. In questi spazi sono state ospitate mostre, presentazioni ed eventi di vario tipo, ponendo le basi per una futura nuova vita del museo quale patrimonio storico aperto a una pluralità di usi e pubblici», spiegano dalla Loggia. Per la riapertura effettiva del museo servono però appunto altri lavori, così da rendere accessibile al pubblico la suggestiva fucina.
Ripartenza
Soddisfazione è arrivata dal presidente del Musil Francesco Fontana. «Un sentito grazie al Comune di Brescia, l’intervento reso possibile consentirà di rendere pienamente disponibile alla città un luogo molto suggestivo e affascinante, ricco di memoria e significato. Per una città con la tradizione e lo spirito di Brescia, l’offerta culturale non può dirsi completa se non dedicando il giusto spazio alla storia del lavoro e dell’industria».
Offerta culturale
La riapertura del museo potrà essere utile per tutta la zona della città perché «è collocato in un’area di Brescia in cui si intendono rilanciare e rafforzare le attività proprie del welfare culturale urbano», precisa il Comune.
«Con questo contributo di fatto rendiamo pienamente fruibile alla cittadinanza un altro museo, dedicato al lavoro e alla grande tradizione industriale bresciana» – ha evidenziato la sindaca Laura Castelletti –. Il lavoro, l’industria, il ferro fanno parte del dna dei bresciani e avere uno spazio attivo e fruibile, in cui tutto questo è raccontato con passione, ci sembra un buon modo per rendere omaggio alla nostra tradizione. Il quartiere di San Bartolomeo custodisce il museo con la sua fucina che, a sua volta, racchiude in sé la storia di un pezzo di città. Anche i quartieri sono portatori di cultura e di storia che i bresciani e le bresciane possono ora riscoprire».
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