Il Museo del Ferro di Brescia riapre dalla festa del Primo Maggio

Con un rinnovato spazio espositivo il 1° maggio - Festa dei lavoratori, data scelta non a caso - riaprirà in forma stabile il Museo del Ferro di San Bartolomeo, in via del Manestro 107, che si potrà visitare il sabato e la domenica pomeriggio dalle 14 alle 19.
Un luogo che conserva le caratteristiche e l’atmosfera di un antico ambiente di lavoro legato al sapere artigiano della nostra città, che mostra come funzionano un maglio, la ruota idraulica, l’impianto di partizione delle acque del torrente Bova, tutti elementi che rappresentano la base del sistema industriale che ha caratterizzato quel quartiere cittadino.
La storia
La creazione del museo si deve alla felice intuizione del compianto monsignor Antonio Fappani che con la Fondazione civiltà bresciana acquistò nel 1984 la Fucina Caccagni per trasformarla in un museo laboratorio di archeologia industriale, puntando sul ruolo storico della ruota idraulica, con diverse sale dedicate al funzionamento delle attrezzature, utilizzabili anche per mostre temporanee, come poi è accaduto.
La riapertura del museo in forma stabile, concesso in comodato da Fondazione civiltà bresciana alla Fondazione del Museo dell’Industria e del lavoro (Musil) Eugenio Battisti, è stata possibile grazie allo stanziamento da parte della Loggia di 100mila euro, utilizzati per «la messa a norma degli impianti e per rinnovare il percorso espositivo che è stato arricchito», come spiegato dal direttore Renè Capovin; un luogo che proietta i visitatori verso la Via del ferro e delle miniere della Valle Trompia. Quella in via del Manestro rappresenta, per il momento, l’unica sede cittadina del più ampio Musil, mentre vi sono due sedi in provincia: una a Rodengo Saiano e una a Cedegolo.
Dal 2023 questo museo fa parte della rete Erih, European route of industrial heritage di cui fanno parte siti di archeologia industriale di tutta Europa, tra miniere di carbone e acciaierie.
La cerimonia
Il 1° maggio, per celebrare la riapertura, alle 17 è previsto il concerto «Working man blues. Il lavoro nella musica americana del secolo breve», durante il quale si potranno ascoltare i canti di quella classe lavoratrice americana composta da operai, casalinghe, minatori, soldati, camionisti o commesse in forma jazz e blues; chitarra e voce Michele Dal Lago, chitarra, mandolino e voce Aimone Gronchi. Contento della riapertura si è detto il presidente del Cdq San Bartolomeo, Mauro Curzi, perché «il Museo del ferro rappresenta un punto fondamentale per il nostro territorio, ai margini della città, e che va invece conosciuto».
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