Muchetti: «La città non va militarizzata». Rolfi: «I bresciani si sentono insicuri»

Movida e sicurezza temi centrali di «Messi a Fuoco». Confronto tra assessore e leader dell’opposizione
Movida molesta in attesa degli steward
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Esiste una ricetta per gestire il divertimento notturno e la sicurezza urbana? È forse l’interrogativo principe della recente vita amministrativa di Brescia, per il quale trovare una risposta appare l’impresa più ardua.

I riflettori sono tutti puntati sulle tre zone roventi della città, che per motivi diversi sono tornati al centro delle cronache proprio negli ultimi giorni: c’è piazzale Arnaldo dove presto arriveranno gli steward, c’è il Carmine dove 120 residenti hanno commissionato una perizia per monitorare i rumori molesti, c’è l’area della stazione dove le aggressioni sono all’ordine del giorno e i commercianti hanno simbolicamente consegnato le chiavi dei negozi a sindaca e prefetto.

La questione

A parlare di insicurezza reale e non solo percepita, nella trasmissione «Messi a Fuoco» di ieri sera, è il consigliere comunale di opposizione Fabio Rolfi: «Negli anni i reati sono calati, eppure il cittadino si sente insicuro. Non possiamo far finta di niente perché la temperatura in città è sempre più alta. Dobbiamo impegnarci a far sentire i bresciani sicuri, al di là delle classifiche».
 

Di tutta risposta, incalzato Andrea Cittadini l’assessore Valter Muchetti replica: «Dobbiamo militarizzare la città? Al di là delle ideologie, i professionisti nel comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica parlano di modello virtuoso. Le politiche di repressione vanno accompagnate da politiche attive e progetti educativi, in questi anni noi abbiamo seminato sicurezza». E a proposito del comitato fiume di 48 ore fa, la prefettura ha fatto sapere che «si insisterà ad attuare mirati servizi di controllo di polizia sul territorio, con peculiare attenzione alle aree sensibili nelle ore serali e notturne».

In arrivo

Ma la vera novità è l’ampliamento della sperimentazione degli steward anche a piazzale Arnaldo (dove recentemente sono stati esplosi dei fuochi d’artificio davanti al sagrato della chiesa), come conferma Muchetti: «Abbiamo predisposto un protocollo firmato da commercianti e forze della polizia e ratificato dal Ministero dell’Interno; ora potranno essere utilizzati gli steward, ma senza atteggiamenti repressivi, non possono fare ronde né usare la forza».

Basta una pettorina per risolvere tutto? «La situazione più pericolosa è quando si crea il vuoto, dove ognuno può fare quello che vuole - spiega don Marco Mori, parroco di San Polo -. Credo che il fenomeno si affronti con le forze dell’ordine ma anche con la capacità dei cittadini di poter intervenire in maniera controllata. Ma non dobbiamo permettere a piccoli gruppi di prendere in mano pezzi di città».

Come l’area della stazione dove «i commercianti sono esasperati, ogni giorno porgiamo la guancia a qualcuno. I clienti non arrivano più e quelli che arrivano hanno paura», racconta il commerciante Giuseppe Fracassi. Intanto nella zona della stazione ferroviaria la Prefettura si è impegnata per attuare azioni coordinate tra forze di polizia e comune per tutelare i viaggiatori e gli stessi operatori commerciali.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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