Movida al Carmine, FdI sul Calabrone: «Manca rendicontazione»

Paola Gregorio
I consiglieri chiedono di non erogare i fondi alla cooperativa in assenza di tutti i report
L'obiettivo è monitorare la movida al Carmine © www.giornaledibrescia.it
L'obiettivo è monitorare la movida al Carmine © www.giornaledibrescia.it
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Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in Loggia mette ancora una volta sotto la lente di ingrandimento la movida al Carmine. E la sperimentazione avviata dalla Loggia per gestirla. Non gli steward, in questo caso, ma un affidamento diretto alla Cooperativa «Il Calabrone», per complessivi 60mila euro, per «un progetto socio-educativo di comunità mirato a ridurre gli impatti critici socio-ambientali nelle aree caratterizzate dalla movida urbana». La questione emerge in seguito a una richiesta di accesso agli atti presentata da Fratelli d’Italia, dopo che il progetto era stato prorogato di due mesi, fino al 31 dicembre 2024. I consiglieri sostengono, spiega Mattia Margaroli, che manchino «i verbali ufficiali e le rendicondazioni che le attività previste siano state portate a termine».

Il punto

«Siamo stanchi – prosegue Margaroli – di affidamenti diretti fatti all’acqua di rose senza riscontro di quanto è stato fatto. I bresciani devono sapere dove vanno a finire i soldi del Comune». Carlo Andreoli entra nel dettaglio: «In questo primo anno per la sperimentazione complessiva sono stati spesi 300mila euro, comprendendo anche il progetto affidato al Calabrone. I primi 30mila euro dei 60mila sono stati già pagati nel 2023. Ne restano ancora 30mila da dare. Mancano verbali e rendicontazioni che documentino l’effettiva presenza notturna degli operatori, le 600 ore minime di presenza che la cooperativa avrebbe dovuto garantire nel quartiere, degli incontri previsti tra gli operatori della cooperativa, l’amministrazione e gli interessati. Non sono stati rinnovati graficamente i totem come previsto dal progetto. E dei tre report che la cooperativa doveva presentare, su due presentati, il secondo, a parte qualche aggiunta, è un copia-incolla del primo».

Il contenzioso

Nini Ferrari ricorda la sentenza della Cassazione del giugno 2023 «che ha riconosciuto sostanzialmente che il Comune doveva riportare i rumori al quartiere Carmine alla normale tollerabilità, pena il rischio di dover pagare 2,4 milioni di euro qualora i residenti del quartiere presentassero una richiesta di risarcimento danni e questa fosse accolta. E se il Comune non ha le prove degli adempimenti, come farebbe a difendersi?».

Ergo, Fratelli d’Italia chiede alla Loggia – depositerà un’interrogazione rivolta all’assessore Poli – «di sospendere l’erogazione degli altri 30mila euro in attesa di una rendicontazione completa del progetto». Conclude Giovanni Posio: «Non vorremmo che questa fosse l’ennesima casistica di soldi buttati».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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