Mosca accusa gli Stati Uniti: «I vostri mercenari scoperti nel Kursk»

Zelensky: «Per noi sono ore difficili nel Donetsk». Il Cremlino riorganizza i comandi militari: più poteri a Belousov
Un frame di un video diffuso dal ministero della Difesa russo mostra un soldato in azione in una non identificata regione ucraina
Un frame di un video diffuso dal ministero della Difesa russo mostra un soldato in azione in una non identificata regione ucraina
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Mosca punta il dito ufficialmente contro Washington per l’attacco ucraino sul suolo russo di Kursk, affermando di avere le prove che mercenari americani partecipano all’offensiva e avvertendo che potrebbe bombardarli.

Cambio ai vertici

E intanto ristruttura i comandi militari per potenziare le difese ai confini, con il ministro della Difesa Andrei Belousov che annuncia di assumersi le responsabilità per le decisioni più importanti. Belousov ha detto di aver nominato come suo vice nel Consiglio per la sicurezza delle regioni di confine il generale e vice ministro della Difesa Yunus-Bek Yevkurov. Quest’ultimo ha già dato prova della sua efficienza come coordinatore delle forze russe in Africa, specie in Mali, Niger e Burkina Faso, territori abbandonati dalle forze francesi dopo i colpi di Stato che negli ultimi due anni hanno portato al potere governi più vicini a Mosca.

La Russia raggiungerà i suoi obiettivi contro gli ucraini che «commettono crimini nella regione di Kursk» così come ha raggiunto i suoi obiettivi nella lotta al terrorismo, e «su questo non ci possono essere dubbi», ha affermato il presidente Vladimir Putin incontrando a Beslan le madri dei bambini uccisi nell’attacco terroristico e la presa di ostaggi in una scuola di questa città del Caucaso Settentrionale nel 2004.

Putin tiene un incontro con i capi delle forze dei servizi speciali: l'ultimo a destra è Belousov - Foto Epa/Aleksey Babushkin/Sputnik/Cremlino © www.giornaledibrescia.it
Putin tiene un incontro con i capi delle forze dei servizi speciali: l'ultimo a destra è Belousov - Foto Epa/Aleksey Babushkin/Sputnik/Cremlino © www.giornaledibrescia.it

Il Donbass

Secondo fonti militari di Kiev citate dalla testata Rbc, il capo del Cremlino avrebbe dato ai suoi militari l’ordine tassativo di espellere le truppe ucraine entro il primo ottobre, ma non di ritirare a questo fine le forze dalle aree chiave del Donbass, nell’Ucraina orientale, dove i russi sono all’offensiva da mesi. Proprio l’alleggerimento della pressione su questo fronte sarebbe stata tra gli obiettivi che Kiev intendeva raggiungere con l’attacco a Kursk, secondo osservatori ucraini.

Ma questo non sembra essere avvenuto, dato il ritmo impresso dai comandi di Mosca all’avanzata, in particolare nella regione di Donetsk, dove la situazione per le forze ucraine è «difficile», ha ammesso il presidente Volodymyr Zelensky.

La pressione russa si fa sentire in particolare sulle cittadine di Pokrovsk e Toretsk, ha precisato Zelensky. E il ministero della Difesa di Mosca ha detto che nelle ultime ore i suoi soldati hanno conquistato la località di New York , che ha definito «uno dei più grandi insediamenti nell’agglomerato di Toretsk e importante polo logistico».

In occidente

Per quanto riguarda le posizioni occidentali riguardo all’offensiva ucraina nel Kursk, l’Unione Europea ha ribadito, attraverso il portavoce della Commissione Peter Stano, che Kiev ha «il diritto di difendersi», e che l’offensiva «è solo il risultato e la conseguenza delle azioni illegali di Putin contro l’Ucraina».

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky - Foto Epa/Rafal Guz © www.giornaledibrescia.it
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky - Foto Epa/Rafal Guz © www.giornaledibrescia.it

Più prudente la posizione degli Usa. Soltanto otto giorni dopo l’inizio dell’offensiva, scattata il 6 agosto, il presidente Joe Biden l’ha commentata per dire che essa «sta creando un vero dilemma» per Putin. Ma Mosca chiama in causa Washington denunciando «il coinvolgimento degli Usa come partecipanti diretti nel conflitto». Intanto, Il Parlamento ucraino ha approvato una bozza di legge che punta a vietare quel ramo della Chiesa ortodossa fino a un paio d’anni fa ufficialmente legato al Patriarcato di Mosca.

Kiev la loda come «una legge sull’indipendenza spirituale» dell’Ucraina dalla Russia. Mosca la condanna come un provvedimento per «distruggere alla radice la vera Ortodossia canonica». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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