Morto papa Francesco, ora il cardinale bresciano Re gestirà la sede vacante

Alle 7.35, con la morte di papa Francesco, è iniziata la sede vacante. Durante tutto questo periodo, il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, è colui che ha i compiti più delicati: celebrerà il funerale del pontefice, presiederà le congregazioni generali dei porporati in arrivo da tutto il mondo e poi li convocherà in Cappella Sistina per il conclave.
Un incarico che va oltre l’età

Lo stesso cardinale Re, nei mesi passati, aveva parlato di un termine del suo incarico, motivandolo appunto con l’età che avanza. Ma la gestione delle cose vaticane ha dinamiche che sfuggono anche agli occhi più esperti, gestione che va oltre quanto si dice. Ecco allora la decisione di papa Francesco lo scorso gennaio, che ha confermato anche il cardinale Leonardo Sandri come vice decano del Collegio.
Cinque anni fa, commentando la nomina, il cardinale Re (tra i più stretti e fondamentali collaboratori di Giovanni Paolo II, amico personale di Benedetto XVI) aveva detto che si trattava di poca cosa, un ruolo quasi solo simbolico.
Ruolo prestigioso

Ovviamente non è così, l’understatement tipicamente bresciano (e vaticano) del porporato non deve trarre in inganno. Il decano (oltre al ruolo di rappresentanza del collegio dei successori degli apostoli) è colui che deve convocare il conclave dopo la morte del Papa. Nel caso del cardinale Re, nonostante la proroga, lui non entrerebbe comunque nella Cappella Sistina avendo superato gli 80 anni.
Ma del resto è un prestigioso compito che ha già ricoperto, nel 2013 il decano era il cardinale Angelo Soldano, che appunto aveva superato gli ottant’anni. Il compito venne quindi passato al vice decano, ruolo che allora ricopriva il cardinale Re. Ed in quel prestigioso (e affascinante) ruolo di amministratore del conclave (se così possiamo dire), toccò proprio al cardinale Re (raggiunto il quorum dei voti necessari) chiedere al cardinale Jorge Mario Bergoglio il nome che sceglieva come successore di Pietro. Il resto è storia che conosciamo bene. Una storia nel quale il cardinale Re è ancora protagonista.
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