CronacaGarda

Morto dopo una lite con un amico: disposta una perizia

Il 31 luglio 2021 il 20enne Samuele Freddi perse la vita, 24 ore dopo uno schiaffo ricevuto che lo fece cadere a terra: l’imputato in primo grado era stato assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale
Il tribunale di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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In primo grado era stato assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale perché il fatto non sussiste. Per il gup lo schiaffo che aveva dato all’amico, facendolo cadere a terra, al termine di una serata movimentata in discoteca a Manerba del Garda, non avrebbe contribuito a causare l’emorragia cerebrale che si è rivelata fatale.

Ma, a distanza di 3 anni e mezzo dalla morte di Samuele Freddi - il 20enne di Manerba deceduto il 31 luglio del 2021 dopo circa 24 ore dagli episodi contestati - ieri mattina l’imputato, un ragazzo di 24 anni, è tornato in aula, davanti alla Corte di Assise di Appello di Brescia per il processo di secondo grado. Su richiesta del sostituto procuratore generale, la Corte, presieduta dalla giudice Eliana Genovese, ha disposto una perizia medica, affidando l’incarico alla dottoressa Yao Chen dell’Università di Pavia.

«In primo grado (celebrato in abbreviato, ndr) - spiega l’avvocato Federico Ghidotti, difensore dell’imputato - non era stata disposta alcuna perizia, ma erano stati ascoltati i consulenti di parte. E, vista la contraddittorietà delle conclusioni, il pg ha chiesto e ottenuto questa perizia. L’incarico verrà affidato alla dottoressa il 31 gennaio».

I fatti risalgono all’estate del 2021: dopo una serata in discoteca, gli amici, mentre stavano rincasando, uscirono di strada, urtando il marciapiede con l’auto. Stando a quanto emerso dalle indagini, Samuele si era agitato perché si era accorto di non avere più con sé il portafoglio, era convinto che glielo avessero rubato in discoteca e voleva tornare indietro. A quel punto ci sarebbe stata la lite con l’amico. Uno schiaffo e poi la caduta, con la testa che picchia per terra.

Samuele Freddi, 20 anni, morto a Manerba del Garda - Foto © www.giornaledibrescia.it
Samuele Freddi, 20 anni, morto a Manerba del Garda - Foto © www.giornaledibrescia.it

La vittima, la sera stessa della caduta, si presentò in ospedale a Gavardo, fu sottoposto ad accertamenti clinici e firmò le sue dimissioni (nessun medico è mai finito a processo). Tornò a casa in condizioni almeno apparentemente ottimali. Parlò con mamma e papà. L’indomani morì in maniera tanto repentina da impedire ai soccorsi anche il minimo intervento.

Stando all’autopsia, il decesso fu causato da un’emorragia cerebrale dovuta a una patologia cardiovascolare di cui nessuno era a conoscenza. Ma se per l’accusa, che aveva chiesto 3 anni e 4 mesi, l’evento traumatico aveva determinato «il picco pressorio - conclude l’avvocato - per noi non c’erano prove evidenti. Le altre concause erano lo stato di particolare agitazione e l’assunzione di alcune sostanze». In primo grado il giudice sostenne di fatto la tesi della difesa. Ora si attende l’esito della perizia medica.

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