Morto al passo dell'Adamello, precipitato nel vuoto mentre risale un canalone
È precipitato nel vuoto, inghiottito dal gelo e dalla nebbia a oltre tremila metri di quota, tra il Corno Miller e il Passo dell’Adamello. La prima vittima della montagna in questa estate pazza che sembra non arrivare mai, è Daniele Terzi, un 59enne mantovano morto ieri mattina verso le dieci in alta Val Miller, mentre stava cercando di risalire un canalone ai piedi del Corno Miller.
L’allarme
Stando ad una prima ricostruzione, ancora al vaglio dei Carabinieri della Compagnia di Breno, l’alpinista era diretto verso la cima dell’Adamello insieme ad altri tre amici: ma, anziché entrare sul ghiacciaio del Pian di Neve dalla classica «Via Terzulli», avrebbe scelto di affrontare da solo una insidiosa variante che attacca il Passo dell’Adamello da un canalone parallelo che sale ai piedi del Corno Miller. Ma lì, ha trovato la morte. A causa del maltempo, ci sono volute più di quattro ore per individuare e recuperare il corpo senza vita dell’alpinista che ora si trova nella camera mortuaria dell’Ospedale di Edolo a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Gli uomini del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Edolo e una decina di volontari del Soccorso Alpino di Edolo e Temù, hanno fatto rientro alla base soltanto verso le 17 insieme all’eliambulanza di Sondrio che per diverse ore ha sorvolato la zona nel tentativo di raggiungere il luogo dell’incidente ma che ha dovuto temporeggiare a causa della scarsa visibilità.
Il percorso
Secondo le testimonianze raccolte dai militari dell’Arma, i quattro amici avevano raggiunto il rifugio Gnutti nel pomeriggio di sabato con l’intento di raggiungere la cima dell’Adamello nella mattinata di domenica, nonostante le previsioni meteo non fossero particolarmente incoraggianti. Ieri mattina all’alba, tra nebbia e una leggera pioggia, la comitiva si è incamminata verso la testata della Val Miller, risalendo il sentiero 23 che porta all’attacco della ferrata «Terzulli», ancora parzialmente sporca di neve.
Qui, i quattro amici si sarebbero divisi con la promessa di ricompattarsi una volta raggiunto il ghiacciaio del Pian di Neve: Daniele Terzi, anziché seguire la classica via, avrebbe scelto di risalire il canalone che si trova alla destra della Terzulli e che incrocia la base del Corno Miller, cima dirimpettaia dell’Adamello che tocca i 3330 metri di altitudine. Il 59enne ha salutato gli amici, si è incamminato da solo nella nebbia e, da quel momento in poi, nessuno ha più avuto sue notizie. Una volta raggiunto il ghiacciaio, gli amici l’hanno aspettato a lungo ma, non vedendolo arrivare, verso le dieci hanno lanciato l’allarme. La macchina dei soccorsi si è messa in movimento in pochi minuti e da terra sono giunte le squadre dei soccorritori di Edolo e Temù mentre è stata allertata l’eliambulanza di Sondrio che ha raggiunto la zona con molte difficoltà a causa della scarsa visibilità.
Solo verso le 14.30, quando in cielo si è aperto uno squarcio di sereno, i soccorritori hanno individuato dall’alto il corpo dell’uomo che si trovava a circa 3.100 metri di quota, in una zona impervia e riverso senza vita su una lingua di neve e ghiaccio. Questo tracciato è conosciuto anche dai più esperti scialpinisti che percorrono il canalone (che ha una pendenza di circa il 45%) solo in veste invernale e in condizioni di neve perfette: ma, con l’aumento delle temperature, la zona diventa molto insidiosa e impegnativa per chi sceglie di affrontarla con scarponi e zaino in spalla.
Complesse anche le operazioni di identificazione della vittima, visto che l’alpinista non aveva con sé i documenti di identità. Dopo che il medico ha constatato il decesso del 59enne, i soccorritori hanno assicurato la salma sulla barella che è stata trasportata con l’elicottero fino all’ospedale di Edolo dove si attende il nullaosta del magistrato per la restituzione alla famiglia.
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