Francesco, il ricordo dell’artista Missaglia: «Non un Papa, ma un papà»

La Redazione Web
Il bresciano ha realizzato un ritratto di papa Bergoglio su commissione del Vaticano e del cardinal Re: glielo consegnò personalmente
Il ritratto di papa Missaglia a papa Francesco
Il ritratto di papa Missaglia a papa Francesco
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Il primo ritratto lo fece a Giovanni Paolo II. Fu poi la volta di Benedetto XVI e, all’indomani dell’elezione nel 2013, di Francesco. Renato Missaglia, artista bresciano, ha dedicato una delle sue modernissime opere a tecnica mista a tutti gli ultimi papi. A commissionargliele è stato direttamente il Vaticano, tramite la persona del bresciano cardinal Giovanni Battista Re.

L’omaggio al Vaticano

«Consegnai il ritratto a papa Francesco dopo la sua elezione», ci racconta, svelando che un altro ritratto – la prova che fece prima di arrivare alla versione definitiva – è ancora conservato nel suo studio di Gussago.

L’opera è un ritratto realizzato in ecnica mista ed euncasto su D-Bond, un materiale moderno, come lo definisce lo stesso artista. «Negli ultimi tempi ho però realizzato anche un’altra opera dedicata a Francesco. Si tratta di un ritratto al papa che parla, a cui ho aggiunto la voce di Alberto Fortis che recita un discorso del Pontefice degli ultimi mesi. Parlava degli ospedali, lo fece quando era ricoverato. In questo caso è un insieme di tecniche che confluiscono nel ritratto».

Il ricordo dell’incontro

Missaglia, dice, ha amato molto questo papa, «come tutti. Stamattina ho sentito un colpo al cuore. Ho la pelle d’oca. Incontrai Francesco con il cardinal Re quando consegnai l’opera in Vaticano. Lo ricordo benissimo: non incontrai un papa, ma un papà. Mi teneva la mano stretta». Lo stesso fece con Benedetto XVI: consegnò personalmente l’opera.

La consegna del ritratto a papa Benedetto XVI
La consegna del ritratto a papa Benedetto XVI

Ora, continua, «non so cosa succederà, chi sarà il prossimo Pontefice. Ma come mi ha insegnato il cardinal Re, “ogni epoca ha il suo papa”. Negli anni di Ratzinger serviva durezza, mentre Francesco ha portato dolcezza».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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