Morte di Francesca Manfredi: nuovo processo a settembre

Per Michael Paloschi inizia a Milano un nuovo appello, dopo che la Cassazione aveva annullato la condanna e rimandato gli atti a una nuova Corte
Francesca Manfredi morì a 24 anni nell'agosto del 2020 - © www.giornaledibrescia.it
Francesca Manfredi morì a 24 anni nell'agosto del 2020 - © www.giornaledibrescia.it
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Francesca Manfredi moriva a 24 anni la notte tra il 23 e il 24 agosto di quattro anni fa. Uccisa da un mix di alcol, cocaina, eroina, ketamina e benzodiazepine dopo una lunga notte passata insieme a due amici nell’abitazione della giovane a Folzano.

Sul decesso la giustizia non si è ancora definitivamente pronunciata. Almeno sulla posizione del principale accusato, Michael Paloschi, assolto in primo grado e condannato in appello a sette anni e quattro mesi per omicidio preterintenzionale per aver iniettato alla giovane vittima quella che è stata ritenuta la dose letale di eroina.

Ora l’11 settembre per lui inizierà a Milano un nuovo processo.

L’appello bis

L’appello bis dopo che la Cassazione ha annullato la condanna e rimandato gli atti ad una nuova Corte.

È già stata disposta la rinnovazione dibattimentale in particolare i giudici dovranno riascoltare «Carlo Alessandro Locatelli, in qualità di consulente tecnico della difesa, Daniela Ruffini e Sara Vezzoli, in qualità di consulenti tecnici del pm e Francesca R., imputata in reato connesso, assolta con sentenza irrevocabile» si legge dagli atti.

Il racconto

Francesca R, presente in casa quando l’amica morì, processata per omissione di soccorso e scagionata, è la grande accusatrice di Michael Paloschi ed è lei che fin da subito agli inquirenti racconta: «È andato in bagno a iniettarsi la sua dose in vena. Poi quando è uscito so che lui ha iniettato a Francesca l’altra parte che era rimasta e lo so perché me lo ha detto Paloschi la notte stessa».

L’autopsia

L’autopsia stabilì che la vittima non avrebbe potuto bucarsi da sola il braccio destro con la siringa in quanto la 24enne era destrorsa. Quando i soccorritori entrano in casa della vittima nel quartiere Fornaci – chiamati al mattino presto dai giovani presenti nell’appartamento – «Francesca Manfredi era supina all’interno della vasca, con le gambe sollevate appoggiate sul bordo e la testa voltata a sinistra, completamente nuda». E già morta. Perché quando i due presenti in casa la spostano dal divano al bagno nel disperato tentativo di rianimarla sotto l’acqua fredda, la 24enne è già deceduta da ore.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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