Montisola, nei festivi, prefestivi e in agosto bici vietate

Veronica Massussi
Da marzo a settembre la due ruote va lasciata all’imbarcadero, ma non tutti lo sanno. Legambiente è critica
Turisti in bici verso Montisola - © www.giornaledibrescia.it
Turisti in bici verso Montisola - © www.giornaledibrescia.it
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Sino alla fine di settembre, nei giorni festivi e prefestivi, non è possibile darsi appuntamento all’imbarcadero di Iseo, Sulzano o Lovere con la propria bicicletta, elettrica o muscolare che sia, con l’obiettivo di recarsi a Monte Isola e fare un bel giro sulle due ruote. È necessario, infatti, avere un lucchetto e lasciarla legata al porto. È successo anche lo scorso weekend a un gruppo di turisti svedesi in visita sul Sebino che non sapevano del regolamento in atto.

Lo stabilisce il piano della viabilità del Comune di Monte Isola (approvato lo scorso ottobre) che entra nel vivo in questo periodo quando, con le belle giornate di primavera, la voglia di stare all’aria aperta si fa sentire. Il divieto di sbarco e transito di cicli e velocipedi nei fine settimana da inizio marzo a fine settembre e tutti i giorni nel mese di agosto risale all’autunno dello scorso anno quando l’Amministrazione comunale di Monte Isola ha approvato il nuovo piano della viabilità.

Il divieto di sbarco, segnalato dalla società di Navigazione Lago d’Iseo, è in vigore per il mese di agosto già da qualche anno. Il provvedimento lo ha esteso anche agli altri mesi, limitatamente ai festivi e prefestivi, per evitare un sovraffollamento di velocipedi e monopattini in virtù della conformazione del territorio.

Piano viabilità

Il nuovo piano della viabilità è stato modificato tenendo conto delle caratteristiche del territorio e della situazione economica e sociale, con uno sguardo al futuro in termini di eco-sostenibilità anche sul fronte delle ormai più perfezionate norme costruttive dei veicoli e della cosiddetta «Smart City».

Come si legge nel documento «il territorio montisolano, rappresentato da un’isola la cui vetta raggiunge i 600 metri di altitudine, è caratterizzato da una parte scoscesa e da una parte più sviluppata a falsi piani con la presenza della maggioranza delle frazioni abitate. Inoltre la rete stradale è caratterizzata da strade ad unica carreggiata con doppio senso di marcia senza separazione delle corsie, tratti costituiti sia da rettilinei che da curve a visuale libera o ridotta, pericolose e difficoltose se percorse anche a velocità modesta o se percorse con veicoli di dimensioni sostenute.

Ad oggi risulta ancora con tratti non illuminati, sprovvista di marciapiedi per la circolazione dei pedoni, strettoie nei centri abitati, parcheggi limitati ai quali si è cercato di fare fronte con la costruzione di un moto-silos e strade che collegano le frazioni a lago con tratti a bordo lago, presi d’assalto dai turisti che rendono impraticabile la circolazione dei mezzi dei residenti, soprattutto durante i periodi estivi». Si è quindi scelto di non rendere libera la circolazione di biciclette, considerata l’alta incidentalità del territorio.

Secondo Legambiente Basso Sebino, però, si tratta di una decisione «illogica e discriminante: non va fermata la mobilità sostenibile».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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