CronacaBassa

Montichiari, petizione per contrastare l’invio di armi all’aeroporto

Giulia Bonardi
Ora si attende l’analisi dell’istanza per l’inserimento della mozione in Consiglio, resa possibile grazie al raggiungimento delle cento firme necessarie
Durante la raccolta firme per la petizione in piazza Treccani - © www.giornaledibrescia.it
Durante la raccolta firme per la petizione in piazza Treccani - © www.giornaledibrescia.it
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Ha raggiunto e superato l’obiettivo delle cento firme la petizione titolata «L’aeroporto di Montichiari non è a servizio della guerra: no all’invio di armi dall’aeroporto civile Gabriele D’Annunzio» con la quale si chiede al Consiglio comunale di appurare rivolgendosi al «Ministero e alle autorità competenti se è vero, come ci risulta, che dall’aeroporto partono armamenti bellici e, poi, per condannare l’utilizzo dell’aeroporto civile e di personale non militare per il trasporto di materiale bellico» dicono i promotori.

Attesa

«Le firme sono state depositate lunedì in Comune», dicono gli attivisti che fanno parte di sodalizi e associazioni come Donne in cammino per la pace, Legambiente Montichiari e della Caritas di Montichiari. «Servono almeno cento firme per inserire una mozione all’ordine del giorno del Consiglio» dicono. Ora quindi si attenderà l’analisi dell’istanza per l’inserimento della mozione.

I promotori hanno predisposto il testo della mozione su cui si vorrebbe l’espressione della politica consiliare monteclarense. «Innanzitutto domandiamo che si chieda ufficialmente alle autorità competenti se è vero che dall’aeroporto partono materiali bellici» sottolineano.

Richieste

Premesso ciò, la proposta di mozione, tra i vari punti toccati, prevede che il Consiglio deliberi «di esprimere ferma condanna per l’utilizzo di un aeroporto civile e di personale non militare per il trasporto di materiale bellico, mettendo a rischio non solo i lavoratori, ma anche i cittadini di Montichiari», «di manifestare solidarietà ai lavoratori dell’aeroporto di Montichiari che si trovano a manovrare merci pericolose senza averne la specifica formazione», di inviare l’eventuale mozione alla gestione del D’Annunzio, ma anche ministeri della Difesa, degli Affari esteri, delle Infrastrutture e Trasporti, al fine di conoscere perché queste attività si svolgano all’aeroporto civile e non all’aeroporto militare di Ghedi.

Pace

Il testo dell’istanza popolare non manca di citare il ripudio della guerra contenuto dalla Costituzione, nonché il messaggio alla nazione del Presidente della Repubblica con riferimento alla crescita della spesa in armamenti registrata nel 2024. La petizione, che ha avuto anche una tappa fisica in piazza Treccani domenica 17 febbraio, parte da un principio: «Le armi non sono mai la soluzione. Schierati contro la guerra», come recita lo slogan.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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