Montecampione, passi avanti per il rilancio

Giuliana Mossoni
Sinergia tra consorzio e società Plan per rilevare alcuni impianti. Il ruolo degli enti pubblici
Una pista da sci a Montecampione - © www.giornaledibrescia.it
Una pista da sci a Montecampione - © www.giornaledibrescia.it
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«Questo è l’inizio del rilancio di Montecampione, è il futuro che abbiamo davanti»: parola degli amministratori del consorzio Montecampione, che guardano alla «nuova era» del comprensorio sciistico della bassa Valcamonica.

In una conferenza stampa congiunta tra il consorzio e la società Plan 1800, gestore degli impianti, è stato reso noto il percorso intrapreso negli ultimi mesi per «salvare e rilanciare» la stazione, in particolare gli ultimi delicati passaggi.

Assegno per l’offerta

C’è stato un passaggio fondamentale: il consorzio dei residenti ha staccato un assegno da 170mila euro, a favore della Plan, serviti per formalizzare una proposta d’acquisto al curatore fallimentare della Montecampione Ski Area (gestore precedente) per rilevare alcuni impianti. L’offerta è da 1,2 milioni, la Plan ha versato una caparra del 10%, per 120mila euro dei 170 trasferiti dal consorzio; gli altri 50mila euro servono per coprire i costi per la gestione della passata stagione.

Il curatore fallimentare dovrebbe aggiudicare l’asta, dopo aver espletato un complesso iter per verificare l’interesse di altri soggetti, entro il mese di agosto. Una data buona, che permetterebbe di aprire gli impianti in inverno e, soprattutto, di accedere ai fondi del Pat (Patto territoriale) con la Regione: si tratta di 7 milioni per sistemare gli impianti, ma la scadenza dell’accordo è fissata a novembre.

Prospettive

«Continuiamo a fare passi avanti - dichiara il presidente del consorzio Paolo Birnbaum -, abbiamo costruito un percorso per la concreta realizzazione di un progetto di messa in sicurezza e rilancio turistico della stazione. Aprire lo scorso inverno è stato difficile, lo abbiamo fatto lavorando con il tribunale, mettendo insieme ente pubblico e privato e non è stato semplice.

Dobbiamo mettere a terra tutti gli interventi per essere pronti a recepire i fondi pubblici, ma il punto successivo - sottolinea - è il più delicato di tutti: condividere con gli enti pubblici il percorso per costruire il futuro di Montecampione. Per mettere a terra il Pat, il Comune di Artogne deve essere proprietario degli impianti. Lo potremo fare solo tutti insieme, per avere le garanzie che, una volta avuti i fondi pubblici e ristrutturato il necessario, ci sia un una concreta partecipazione del pubblico alla gestione».

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