Montecampione, le polemiche sono in (ri)salita

Giuliana Mossoni
Il dossier di Legambiente: «Siamo all’accanimento terapeutico». Il consorzio: «Progetto serio di rilancio»
Montecampione innevato - © www.giornaledibrescia.it
Montecampione innevato - © www.giornaledibrescia.it
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Così come già in passato, il dossier Nevediversa di Legambiente boccia i progetti di rilancio di Montecampione, definendoli un «accanimento terapeutico».

La ricerca, che ogni anno analizza impianti dismessi, crisi climatica e stanziamenti per «tenere in piedi» le stazioni sciistiche in Italia, ha di nuovo messo «sotto accusa» la località, dove da un anno il Consorzio, il Comune e la Comunità montana si sono uniti per salvare e rilanciare l’area, facendo sponda sui 13 milioni messi a disposizione, un paio d’anni fa, dalla Regione per rifare tre impianti.

Botta…

«Si tratta di uno degli esempi più eclatanti di accanimento terapeutico per salvaguardare un dominio sciabile che è tra quelli maggiormente colpiti dalla riduzione dell’innevamento naturale in un’area povera di risorse idriche», scrive Legambiente.

La nuova crisi di Montecampione si è affacciata lo scorso anno, con la liquidazione della Montecampione Ski area. «Si tratta - si legge in Nevediversa - dell’ennesimo fallimento dopo quelli di Alpiaz, Montecampione impianti, Montecampione hotels, Montecampione Bovegno Ski e Stella Alpina». Per quanto riguarda le strutture ricettive, dopo l’acquisizione dei due alberghi «disastrati» da parte della Montecampione srl, è in corso la ristrutturazione delle Baite 1800, mentre per il villaggio Alpiaz 1200 non c’è ancora una tempistica.

...e risposta

Di tutt’altra opinione chi vive sul territorio e si sta impegnando per la rinascita. «Legambiente guarda alla sostenibilità - dice Paolo Birnbaum, presidente del consorzio -, ma mi deve spiegare come si fa a sostenere 600 famiglie, tra diretto e indotto, di Montecampione, come sfamarle senza impianti. Mi chiedo che visione abbiano della destagionalizzazione della montagna, perché non ci sono altre stagioni senza gli impianti, linfa di tutte le attività estive. L’economia non sopravvive solo con le pelli».

Birnbaum si dice pronto a un confronto pubblico con Legambiente: «Vengano qui a dirci cosa conoscono del passato e della nostra realtà concreta», dice. Il presidente ricorda poi che non c’è mai stato «un progetto pubblico come quello in corso, anche se con due lustri di ritardo rispetto ad altri comprensori».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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