La Maddalena potrebbe diventare Sito di importanza comunitaria

La zona sud della Maddalena potrebbe diventare un Sito di importanza comunitaria (Sic). Lo hanno annunciato ieri la sindaca Laura Castelletti e l’assessora all’Ambiente, Camilla Bianchi, nel corso della presentazione del Piano del verde e della biodiversità, uno strumento pensato per contribuire ad affrontare la transizione climatica in grado di orientare le scelte dei prossimi anni nella gestione del verde pubblico.
La zona meridionale del monte cittadino, casa di alcune specie floreali rare insieme alla Val Carobbio con le sue grotte abitate dai pipistrelli, è uno scrigno naturale di biodiversità alle porte della città. «Tutelarla ulteriormente, posto che rientra già nel Parco delle Colline, è essenziale – hanno detto sindaca e assessora –. Il procedimento per ottenere il riconoscimento del Sic, che viene rilasciato dal Ministero, dura anni. Al momento ci stiamo lavorando con il museo di Scienze naturali».
Il documento
A proposito di tutela, il Piano del verde e della biodiversità, che ad aprile approderà in Consiglio comunale, è stato finanziato dal Ministero della Transizione ecologica attraverso il «Programma sperimentale di interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano».
Costituisce uno dei tasselli che contribuiranno allo sviluppo dell’Agenda urbana Brescia 2050, è coordinato dal settore Verde urbano e territoriale del Comune e dall’ente regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (Ersaf) ed è stato redatto da un gruppo multidisciplinare costituito dallo stesso Ersaf, Etifor e dallo Studio Gibelli Gioia.
«Il Piano, tra i primi in Italia, è nato coinvolgendo i consigli di quartiere, le realtà del mondo ambientalista e la Commissione Ambiente – spiega l’assessora Bianchi –. Ha permesso di fare una mappatura dettagliata delle vulnerabilità del territorio e può costituire per i progettisti una sorta di quaderno di lavoro da cui attingere».
Parliamo, per dirla con le parole di Graziano Lazzaroni, responsabile del settore Verde urbano della Loggia, di un piano regolatore del verde della città che copre i prossimi 10 anni. «La scelta delle specie da piantare per i prossimi 60 anni è essenziale – ha spiegato Lazzaroni –. Bisogna tenere conto che, essendo in corso una crisi climatica, ciò che metto a dimora oggi deve poter resistere a condizioni particolari».
Nel documento rientrano tre progetti speciali: il Sin Caffaro, il fiume Mella e il parco del Castello. Per ciascuno è stata realizzata una scheda con le soluzioni possibili. A spiccare è, inoltre, la progettazione di 16 percorsi di trekking che cercano di toccare la maggior parte delle aree verdi pubbliche della città.
La sindaca ha ricordato come «sono diversi i modi in cui la Loggia si prende cura del verde e della biodiversità: penso al consumo di suolo 0, alla cura di più di 150 parchi e giardini, alla riqualificazione della tangenziale e degli spazi di verde urbano con la piantumazione in questi anni di oltre 35mila alberi e alla bonifica di aree inquinate».
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