La Pec arriva tardi, gelsi potati e abbattuti a Urago Mella

Mobilitazione tardiva per sette gelsi a Urago Mella da parte di una residente che ha inviato una lettera alla Soprintendenza e una al dirigente del settore Verde del Comune di Brescia al fine di evitare l’abbattimento degli alberi, facendone riconoscere la monumentalità. Sono piante cresciute all’interno del corsello garage di un condominio (il Sant’Emiliano) in via Zuccari 10. Alcune sono risultate malate – addirittura cave all’interno del tronco – e sono state tagliate.
Troppo tardi
La decisione non è stata facile da parte dei condomini che si sono incontrati in assemblea più volte per decidere il da farsi, optando alla fine per la soluzione che garantiva maggior sicurezza e allontanava ogni rischio o pericolo. Le lettere di sollecitazione dell’intervento di tutela dei gelsi avevano la data del 9 marzo e con esse era stata avanzata la richiesta «urgente» di dichiararle monumentali, visto «i fusti di notevoli dimensioni», anche ad una semplice valutazione visiva, la «loro età stimabile intorno ai 200 anni, la cui presenza era attestata fin dal catasto storico napoleonico». Le missive, nonostante la velocità della Pec, però, sono arrivate troppo tardi, tanto che ieri e lunedì i gelsi sono stati alcuni potati, altri abbattuti per le loro cattive condizioni.
Un altro caso
Non si tratta peraltro degli stessi gelsi oggetto di una petizione che ha già raccolto tremila firme, avente ad oggetto sempre la richiesta di riconoscimento della loro monumentalità. In quel caso gli alberi sono all’interno di un fondo privato tra via Zuccari e via Campiani in cui i proprietari hanno ottenuto la licenza edilizia per costruire villette e palazzina multipiano.
Intervento finito anche al centro di un ricorso al Tar da parte di alcuni residenti che si sono mobilitati per raccogliere le firme. Anche in questo caso i cittadini richiedono al Comune che si avvii l’iter per riconoscere la monumentalità di questi esemplari, ultimi testimoni di un’epoca in cui i gelsi venivano utilizzati per alimentare i bachi di seta e che caratterizzavano visivamente le nostre campagne. Da qui anche il valore storico e paesaggistico che i residenti attribuiscono a queste piante per cercare di proteggerle e non farle abbattere.
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