Misure alternative al carcere: «All’inizio è stata dura, ora guardo avanti»
Secondo chi opera nel settore, aumentare gli accessi alle misure di comunità aiuterebbe a ridurre il sovraffollamento, ma servono spazi e strutture adeguati: un focus con dati bresciani e la testimonianza di un ex detenuto
Un braccio di Canton Mombello con le celle dei detenuti - Foto © www.giornaledibrescia.it (archivio)
«All’inizio avevo paura di tutto. Delle persone, della burocrazia, di quello che avrei trovato dopo. Ricominciare è stata dura». Nico è un uomo di 38 anni di origini straniere. Vive a Brescia dopo aver scontato quasi quattro anni di detenzione: nove mesi di carcere e il tempo restante in un appartamento gestito dall’associazione Carcere e Territorio (ACT) nell’ambito di un progetto di accoglienza abitativa temporanea per persone condannate che scontano la pena con misure alternative al carcere.
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