Mille Miglia, stop alla Fondazione. L’Aci al Museo: «Ora cambi nome»
Questa fondazione non s’ha da fare. Il progetto per «blindare» la Mille Miglia, facendo diventare Brescia sempre più capitale delle auto storiche, si trova improvvisamente la strada sbarrata. La Giunta del Comune di Brescia ha deciso di revocare la delibera, risalente al 7 agosto, che approvava la proposta per un protocollo d’intesa «finalizzato alla valorizzazione territoriale della manifestazione denominata "Mille Miglia"». Ossia per la creazione della Fondazione Mille Miglia.
Il «no»
La decisione della Giunta è arrivata dopo che il Museo Mille Miglia, non senza attriti al suo interno, ha detto «no» alla sottoscrizione del protocollo lo scorso 18 novembre. Al contrario Aci Brescia – l’altro ente che avrebbe dovuto sottoscrivere l’accordo e che è titolare del marchio della corsa più bella del mondo – aveva dato parere positivo a settembre. «Non sussistono le condizioni, come previste dalla propria deliberazione, per poter proseguire nell’ipotesi formulata della possibile costituzione di una fondazione delle Mille Miglia, da intendersi quale strumento adatto alla salvaguardia della manifestazione di cui trattasi», si legge nella delibera a cui la Giunta ha dato immediata eseguibilità a fine dicembre. La Loggia ribadisce tuttavia che «resta disponibile a valutare forme di collaborazione che consentano di garantire il permanere a Brescia dell’organizzazione dell’iniziativa, nata a Brescia e che ha sempre previsto partenza e arrivo nella nostra città, e divenuta ormai parte delle manifestazioni che caratterizzano il territorio e ne veicolano, non solo in Italia, il nome e l’immagine in modo positivo».
«Il Comune non fa inversione di marcia e non si chiama fuori – chiarisce la sindaca Laura Castelletti –. La direzione per noi resta sempre la stessa: tenere ancorati alla città la gara e il suo marchio che rappresentano la nostra storia e ci danno lustro internazionale, con ricadute turistiche ed economiche». La prima cittadina inoltre precisa: «Bisognava essere in tre rispetto al protocollo d’intesa, la Loggia ha fatto bene il suo lavoro, ci siamo mossi in maniera lineare. Ci ritroveremo, spero a breve, con gli altri interlocutori. La Fondazione ha subìto un arresto, ma si continua a lavorare per consolidare la presenza territoriale della corsa».
Lo scenario
Anche perché il rischio che in un futuro non troppo remoto la Mille Miglia possa perdere la sua «brescianità» è più che mai reale.
Da tempo l’Automobile Club nazionale sta pensando ad accorpamenti regionali per ridurre i costi: nel caso lombardo la struttura unica sarebbe a Milano, cosicché il biscione potrebbe mangiarsi in un colpo solo Brescia e la sua «gallina dalle uova d’oro», la Mille Miglia. Questo è proprio quello che Aldo Bonomi, numero uno dell’Aci provinciale, non vuole che accada: «Se non si può fare quella fondazione, troveremo senz’altro una via alternativa per il bene di Brescia. Qualche cosa ce l’ho già in mente».
L’amarezza per l’epilogo della vicenda non basta di certo a fiaccare il suo spirito combattivo e pragmatico: «Partiremo al più presto, con o senza gli altri», annuncia. Tra i compagni di viaggio non ci sarà certamente più il Museo, con il quale si è consumata una rottura definitiva. Tant’è che all’ex monastero di Sant’Eufemia è già stata recapitata una missiva con la quale l’Aci Brescia, a decorrere dal 16 gennaio, revoca alla struttura la possibilità di utilizzare la denominazione «Mille Miglia». Leggasi: «Si trovino pure un altro nome», con tutto quello che questo comporterà. Ora si attende la reazione del Museo, ma l’impressione è che ci si trovi di fronte a una nuova tappa dell’antico dissidio che, tra corsa e ricorsi, attraversa il mondo dell’automobilismo storico bresciano.
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