Migranti cattolici in duomo, il vescovo: «Siamo famiglia di popoli»

Marco Papetti
La cattedrale di Brescia questa mattina era gremita di fedeli di origine straniera, che hanno incontrato mons. Pierantonio Tremolada in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato
"Diversità tra culture come ricchezza"
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La migrazione come «dimensione della vita umana», da non vivere con «tristezza e vergogna». La diversità tra le culture come «ricchezza». E la vocazione della Chiesa, «chiamata a creare unità nella diversità». Questi alcuni passaggi dell’omelia che il vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada ha pronunciato questa mattina in un Duomo gremito di fedeli e di rappresentanti delle tante comunità cattoliche di origine straniera di Brescia, riunite nella cattedrale cittadina in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

  • La messa per la Giornata del migrante e del rifugiato
    La messa per la Giornata del migrante e del rifugiato - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • La messa per la Giornata del migrante e del rifugiato
    La messa per la Giornata del migrante e del rifugiato - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • La messa per la Giornata del migrante e del rifugiato
    La messa per la Giornata del migrante e del rifugiato - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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    La messa per la Giornata del migrante e del rifugiato - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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    La messa per la Giornata del migrante e del rifugiato - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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    La messa per la Giornata del migrante e del rifugiato - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

L’esperienza della migrazione

«In questa giornata siamo invitati da papa Francesco a ragionare sull’esperienza della migrazione che molti di voi – ha detto il vescovo ai fedeli con passato migratorio – hanno vissuto e in un certo senso ancora vivono: un’esperienza che non va guardata con tristezza o vergogna, perché non è di per sé un’esperienza negativa come talvolta qualcuno induce a pensare. Purtroppo – ha aggiunto Tremolada – ancora oggi la migrazione è vissuta da molti in modo negativo: questo succede quando avviene in maniera pericolosa, quando è contrastata e avversata da paure e pregiudizi, quando subisce gli effetti di un’ingiustizia diffusa. A causa della migrazione ancora oggi troppe persone diventano vittime».

Invece, ha detto il vescovo richiamando le parole diffuse del papa per la giornata, la migrazione è metafora stessa della condizione dell’uomo: «Il papa ci ricorda che la migrazione è una dimensione della vita umana – ha detto il vescovo di Brescia –, che è un continuo cammino: soprattutto in quest’epoca storica, in cui le trasformazioni si rincorrono e la vita assomiglia quasi a una corsa».

La Giornata del migrante e del rifugiato

Il titolo scelto dal papa per la Giornata del migrante e del rifugiato di quest’anno è «Dio cammina con il suo popolo», un messaggio ripreso nelle sue parole introduttive dal coordinatore dell’Area pastorale per la Mondialità della Diocesi don Roberto Ferranti: «Siamo qui per ricordarci che questo cammino è possibile perché siamo una Chiesa e un territorio capace di accoglienza», ha detto.

Alla fine della sua omelia il vescovo ha infine ricordato come la Chiesa sia «una famiglia di popoli» uniti nella differenza e come questo sforzo di cercare la concordia nella diversità sia lo stesso capace in generale di creare i presupposti per la pace: «Capiamo cos’è la pace quando pensiamo a cos’è la guerra – ha detto il vescovo –. La guerra mette le persone le une contro le altre, la pace è invece l’accoglienza reciproca delle persone: è mettersi assieme, riconoscere ciò che l’altro ha da darmi e aver piacere di dare io a lui, ringraziandoci a vicenda perché ciò ci arricchisce».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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