Medici di base, con il bando assegnati solo 10 dei 164 posti vacanti

Inoltre permane il problema delle ricette bloccate dai blackout del Siss. L’Ordine: «È imperativo porvi rimedio»
Medici di base, il concorso un flop
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Dieci posti assegnati su un totale di 164 disponibili. È il magro esito del concorso indetto dalla Regione prima di Pasqua per reclutare medici di famiglia disposti a prendere servizio nella nostra provincia. Un concorso (chiuso ai corsisti, ossia a coloro che stanno ancora frequentando il corso di formazione in Medicina generale) che in Lombardia metteva a bando 1.435 postazioni vacanti per i medici di famiglia e 53 per i pediatri di libera scelta. «Pochi medici, molti posti vacanti», commenta per nulla sorpreso Angelo Rossi: il segretario provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) ricorda che «sono stati aumentati gli iscritti dei medici in attività previo consenso degli stessi» e molte postazioni libere hanno quindi un esiguo numero di assistiti, elemento che le rende «poco appetibili. Speriamo che a luglio, quando è previsto un altro bando, entrino i colleghi del corso a rimpinguare i ranghi».

Il bando

Nel Bresciano ci sono circa 750 medici di famiglia. Con questo concorso l’Asst Spedali Civili è riuscita a coprire tre delle 46 postazioni vacanti: un medico è destinato all’ambito Brescia-Collebeato; uno all’ambito di Flero-Capriano-Azzano-Poncarale-Borgosatollo-Montirone-San Zeno-Castenedolo; e uno all’ambito di Botticino-Rezzato-Mazzano-Nuvolera-Nuvolento.

In Asst Franciacorta è stato assegnato un posto a Palazzolo su 41 messi a bando.

In Asst Garda sono state individuate sei figure per gli ambiti di Desenzano, Gargnano, Sabbio Chiese, Vestone e Bagolino a fronte di 62 posti disponibili. Nessuno si è candidato in Valcamonica.

Pediatri

Quanto ai pediatri i posti da coprire, nel Bresciano, erano 7: con questo concorso una soluzione è stata trovata per Orzinuovi, Cigole e l’ambito Brescia-Collebeato. C’era da aspettarselo anche secondo Giovanni Gozio, medico di base a Rezzato nonché consigliere dell’Ordine dei medici di Brescia: «È evidente che mancano i medici di medicina generale. E la convenzione è poco attrattiva, come è poco attrattivo il riconoscimento economico. Inoltre non è ben chiaro come si evolverà il rapporto tra ospedale e territorio».

Il malfunzionamento del sistema informatico

Quella dei medici di famiglia è una professione sovraccarica di lavoro, burocrazia e di questi tempi alle prese con il malfunzionamento del Sistema informatico lombardo Siss che rallenta non di poco l’attività quotidiana rendendo impossibile per ore «dematerializzare» le ricette e rilasciare certificati di malattia. Con conseguenze anche per i pazienti, costretti a ritirare di persona ricette rosse e certificati.

Gozio nell’ultimo mese ha contato «5 crash ufficiali ai quali si aggiungono piccoli blackout del Siss che si registrano ogni giorno per mezz’ora a macchia di leopardo». Quella di ieri, in tal senso, è stata una giornata nera. Angelo Braga, medico di base di Villanuova, lo conferma: «Dopo la nostra lettera-appello con la quale un mese fa segnalavamo il problema la situazione non solo non è migliorata, ma è addirittura peggiorata. A parte la presa di posizione dell’Ordine dei medici, nessuno dei rappresentanti istituzionali ai quali ci eravamo rivolti (assessore regionale, consiglieri, Ats ed Asst) si è degnato di risponderci».

Citando l’Ordine, Braga si riferisce al documento del direttivo in cui si sottolinea quanto il Siss sia «uno strumento essenziale per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta». Uno strumento che «dovrebbe “facilitare” il lavoro quotidiano. Dalla sua efficienza dipende anche il tempo clinico che i medici possono dedicare ai pazienti». Le défaillance dei sistemi informatici regionali «sono state e continuano ad essere fonte rilevante di frustrazione e disaffezione al lavoro nei nostri colleghi. Viviamo il tempo della comunicazione per via informatica e ci attendono evoluzioni a breve di grande impatto come l’intelligenza artificiale e quindi il tema è di grande attualità. Ma intanto porre rimedio alle inefficienze dell’attuale sistema informatico è imperativo. Stupisce che, in una regione con un background tecnico-informatico e culturale di alto profilo prodotto dalle istituzioni accademiche e che già si applica in modo diffuso in molti campi dell’imprenditoria, il pubblico non riesca a rendere efficiente un sistema quale il Siss, sotto certi aspetti di modesto impatto tecnologico». 

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