Maxi rissa di Capodanno, daspo Willy per undici ragazzi

Hanno tra i 18 e i 24 anni e non potranno frequentare i locali di piazza Vittoria e delle vie limitrofe per almeno due anni, alcuni per tre
Polizia in piazza Vittoria (foto d'archivio)
Polizia in piazza Vittoria (foto d'archivio)
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Non potranno frequentare i locali di piazza Vittoria e delle vie limitrofe per almeno due anni, alcuni per tre, gli undici ragazzi tra i 18 e i 24 anni che nella notte di Capodanno erano stati tra i protagonisti di una maxi rissa che aveva coinvolto una quindicina di persone e che era finita con un giovane ferito in modo lieve da alcune coltellate. Il questore di Brescia infatti ha disposto nei loro confronti il daspo Willy.

Quella notte erano intervenuti i carabinieri che avevano identificato le persone coinvolte. Mentre la vicenda giudiziaria prosegue, la Polizia di Stato ha deciso di prendere un provvedimento preventivo, impedendo ai ragazzi di frequentare le zone in cui hanno commesso i reati per cui sono indagati. Il Daspo vieta loro di frequentare bar, ristoranti e locali pubblici della zona dalle 17 alle 6 del mattino, tutti i giorni.

Sono così arrivati a 47 i Daspo urbani emessi dal questore Spina dall’inizio dell'anno. «Il Daspo Willy è una misura di prevenzione personale di competenza del Questore nella sua veste di Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, che rientra nella categoria dei “divieti di accesso alle aree urbane", la cui disciplina è stata potenziata a dicembre 2020, dopo i tragici fatti che portarono all’omicidio del ventiduenne Willy Monteiro a Colleferro (Roma). Il decreto prevede che, nei confronti delle persone denunciate negli ultimi 3 anni per reati commessi in occasione dei gravi disordini in pubblici esercizi o in locali di pubblico intrattenimento o nelle immediate vicinanze degli stessi, qualora dalla condotta possa derivare un pericolo per la sicurezza, il Questore possa vietare loro l’acceso in dette aree. La violazione del Daspo citato integra autonomo delitto, punito con la reclusione da 1 a 3 anni e con la multa da 10mila fino a 24mila euro», spiega la Polizia di Stato.

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