Maltrattamenti in casa, a processo ritratta: «Mi sono inventata tutto»

La donna aveva raccontato ai carabinieri di essere stata picchiata dal marito e anche di essere stata costretta ad avere rapporti. Lui ha confermato le botte ma non la violenza sessuale
Il tribunale di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il tribunale di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Ai carabinieri in più di un’occasione aveva detto di aver subito maltrattamenti dal marito. Minacce, ma anche rapporti sessuali contro la sua volontà. Una ricostruzione che però oggi, davanti ai giudici, la donna, bosniaca di casa a Pisogne, ha ritrattato: «Mi sono inventata tutto perché ero arrabbiata con lui per la sua testata in faccia dopo una lite».

È questo quanto emerso nel corso del processo che vede imputato il marito, anche lui bosniaco, che da diversi mesi, da quando non può avvicinarsi alla casa in cui vive la moglie, abita in un furgone parcheggiato in un campo. «È vero l’ho colpita al termine di una lite a dicembre dell’anno scorso – ha detto –, ma non l’ho mai costretta ad avere rapporti sessuali».

Per la pm però questa nuova versione sarebbe arrivata dopo che i due si sono sentiti in videochiamata, come ammesso da entrambi, violando di fatto quanto disposto dal gip. Per questo il pubblico ministero ha chiesto l’acquisizione delle dichiarazioni che la donna aveva rilasciato ai carabinieri.

Il processo è stato aggiornato all’1 ottobre.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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