Lupi in Valcamonica, l’esperto: «Attenzione, ma si ricordi che non vanno a caccia di uomini»

Giuliana Mossoni
Paolo Tavelli, referente della Provincia per il progetto Grandi carnivori, spiega che è normale avere paura, ma sottolinea anche che non bisogna fare allarmismo
Un agente in azione per il monitoraggio dei lupi in Valcamonica
Un agente in azione per il monitoraggio dei lupi in Valcamonica
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La paura, soprattutto in alta Vallecamonica, è palpabile. Nel corso dell’anno sono stati decine i video e le foto che ritraevano i lupi aggirarsi vicino ai paesi, alle case, se non addirittura predare cervi al bordo delle strade (l’ultima volta è successo, meno di un mese fa, a Vezza d’Oglio). La spiegazione è facile: i lupi cercano il cibo e, soprattutto in primavera, le loro prede preferite, gli ungulati, si abbassano di quota, a loro volta alla ricerca di qualcosa da mangiare.

L’attenzione è sempre richiesta, ma secondo tecnici ed esperti non ci dovrebbe essere allarmismo: «La sicurezza al cento per cento non c’è, ovviamente, visto che siamo in presenza di animali selvatici, ma i lupi non vanno a caccia di uomini, questo lo si deve sapere – afferma Paolo Tavelli, referente della Provincia per il progetto Grandi carnivori –. Certo, gli incidenti capitano, ma succede anche con gli animali domestici, senza contare cosa sta succedendo con i cinghiali. Bisogna prestare sempre più attenzione e tutto va ben contestualizzato, la paura è normale nell’uomo. Il lupo sta tornando e lo farà in maniera sempre crescente, da nord e da sud: bisogna avere più accortezze e tutto deve essere sempre ben gestito. Ora si deve iniziare a ragionare sulla presenza nella Bassa, terra di agricoltura soprattutto, perché non ci si aspettava di averli già nel Cremonese, al confine con Brescia».

Se nel 2023 le segnalazioni di presenze di orsi e di lupi sono state piuttosto numerose, anche nei primi mesi del 2024 non sono mancati gli avvistamenti, in particolare a Bagolino, a Collio e poi lungo la strada del Maniva. C’è da rilevare però che la diffusione di telecamere e fototrappole anche sui monti, in luoghi isolati, fuori da baite o nei boschi sta crescendo ed è scontato che sia proprio per questo motivo che oggi sia più facile rilevarne passaggi che, in realtà, ci sono sempre stati. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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