Lotta alla farfalla che uccide le palme: a Salò l’ultima spiaggia è l’endoterapia
Endoterapie contro l’insetto killer delle palme. È l’ultima spiaggia, l’estremo tentativo per salvare le palme salodiane, piante esotiche che da tempo sono un elemento caratteristico del paesaggio locale. Ma che a breve rischiano di sparire.
Anche nella cittadina attorno al golfo, le palme sono, infatti, sotto attacco della «farfalla killer», la castnide delle palme, appunto (nome scientifico Paysandisia Archon), lepidottero di origine sudamericana, avvistato in Europa nel 2001, ed oggi presente anche in gran parte d’Italia.
La sua presenza è devastante per le palme: depone le uova alla base del gambo fogliare e sul germoglio apicale della pianta, scavando in profondità all’interno del tronco e causandone il lento deperimento, fino alla morte.
A Salò il lepidottero è giunto da nord. Sul Garda trentino sta letteralmente facendo disastri (si contano almeno duemila palme da abbattere ad Arco e 1.500 a Riva) ed ora sta colpendo duro anche sulla riviera bresciana. Purtroppo, nonostante i numerosi tentativi di debellarlo, il lepidottero sta vincendo la battaglia. Tempo fa, a Salò avevano messo in campo i nematodi, piccoli vermi del tutto innocui per le palme, ma antagonisti naturali della "farfalla killer".
Un tentativo di lotta integrata, che non ha sortito gli effetti sperati. Ora - spiegano in Municipio, all’assessorato ad Ecologia e Ambiente, guidato da Federico Bana - come previsto dalle linee guida di Regione Lombardia, si sta intervenendo con le endoterapie, ovvero mediante delle cannule in plastica installate sul tronco della palma, affinché il formulato antiparassitario raggiunga l’interno del tronco, dove si annidano le larve della farfalla, devitalizzandole. Ma, per averla vinta sul castnide delle palme, servirebbe un ben più poderoso attacco chimico, che in zone urbane, come il centro storico di Salò, non è ovviamente praticabile. Allora si cerca di salvare il salvabile.
Oleandri e altro
Parliamo di un patrimonio di circa 200 palme, se si escludono quelle già morte, progressivamente sostituite con le più tipiche arance amare, o con alberi di oleandro.
La Paysandisia Archon sta facendo disastri in tutto l’alto lago. Sul Garda trentino hanno programmato l’abbattimento di migliaia di alberi, un intervento drastico, ma obbligato, che cambierà per sempre il paesaggio locale, sperando che nel giro di qualche anno la situazione torni alla normalità e possano di nuovo prosperare palme sane e non malate.
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