Livemmo è un cantiere, ma in un anno bisogna finire tutto

Ma come si spendono in pochi anni 18,5 milioni di euro per «rigenerare» dal punto di vista culturale, economico e sociale un piccolo borgo come quello di Livemmo? C’è da fermare lo spopolamento e possibilmente rendere appetibile il borgo stesso perché nuovi cittadini siano stimolati ad andarci ad abitare.
Un’opportunità resa possibile dai fondi Pnrr per Livemmo di Pertica Alta, piccolo centro che non arriva a contare 200 abitanti, al quale Ministero della Cultura e Regione Lombardia hanno affidato un progetto pilota milionario dal titolo Borgo Cre-Attivo.
Il problema è che manca solo un anno alla data limite stabilita per spendere tutti questi soldi. Individuati abbastanza velocemente i progetti da realizzare, coinvolti i soggetti anche esterni per metterli in pratica, è iniziata la «stagione» degli appalti, con tutte le incognite che si è portata dietro, a cominciare dall’impossibilità, essendo affidamenti pubblici, di scegliere quali ditte impegnare nei vari lavori: «In questi casi ci vuole una buona dose di fortuna» aveva detto a questo proposito il sindaco Giovanmaria Flocchini. Altro «inciampo», i bandi per assumere il personale necessario alle varie operazioni, andati inizialmente deserti. Ad ogni modo, nel corso del 2024, il borgo di Livemmo, e con la piccola frazione un po’ tutta la Pertica Alta, è diventato un grande cantiere: la sistemazione del campo sportivo, i lavori sul nuovo municipio e quelli sullo stabile di quello storico, la riqualificazione delle vie del centro storico, l’ammodernamento del «Centro studi museali interattivo di cultura prealpina».
Sono state progettate le quattro piste ciclabili previste sul territorio, che sono quelle del Forno fusorio, della Pineta, di Valsorda e di Odeno. L’Amministrazione comunale ha poi acquisito l’area artigianale, nelle cui strutture troveranno spazio un Centro polifunzionale ed alcuni magazzini comunali, ma anche spazi per l’iniziativa privata, con attività artigianali o commerciali.
Ha preso il via anche la sistemazione dell’antico Forno fusorio, c’è il progetto esecutivo e l’affidamento lavori è previsto per la prossima primavera. Numerose le attività culturali proposte in questi anni.
Tutto a posto? «C’è ancora molto da fare, ma non disperiamo di riuscirci entro i termini previsti – afferma Flocchini -. Certo non basterà creare le strutture per rilanciare il borgo. Per rendere il progetto complessivo il più coinvolgente possibile abbiamo coinvolto anche l’Università di Brescia».
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