Morto in Tunisia, il dolore a Brescia: «Esemplare in oratorio»

«Un volontario sempre presente, una persona splendida, che per la sua comunità non si è mai tirato indietro. La notizia della sua morte è circolata velocemente nei nostri gruppi e ci ha colpito tutti nel profondo».
A parlare, dietro il bancone del bar dell’oratorio di Sant’Antonio da Padova, è Jvonne, una delle volontarie della Parrocchia di via Chiusure che in questi anni ha condiviso tante avventure con Lino Massara, il 66enne morto martedì pomeriggio in un tragico incidente stradale in Tunisia, lungo una strada asfaltata che collega le città di Tozeur e Douz, nelle vicinanze del lago Chott El-Jèrid. L’uomo, dipendente dell’Inps di Brescia prossimo alla pensione, è stato travolto da un camion, mentre con un gruppo di amici e altri centauri stava facendo un tour organizzato in moto: uno dei sogni della sua vita.
Il ricordo
«Non solo Lino era uno degli storici volontari – continua Jvonne, mentre serve i clienti seduti al bar che giocano a carte –, anche la moglie Franca durante le feste era sempre presente: lei serviva le torte, mentre a lui piaceva spillare la birra. Era uno dei pilastri di Sport Insieme, il torneo di calcio che organizziamo qui in oratorio a maggio da 27 anni». Ma Massara non si limitava a questo. Per tenere vivo l’oratorio «per anni aveva organizzato delle partite di calcio con la squadra dei papà – aggiunge la volontaria –, si ritrovavano tutti i venerdì sera a giocare. Ma al di là dell’impegno per la comunità, la perdita di Lino ci colpisce soprattutto a livello umano: era un uomo solare, aveva sempre una buona parola per tutti e se avevi bisogno di un aiuto, ad esempio per la pensione, lui ti dava una mano molto volentieri».
In Tunisia
Nel frattempo ieri la moglie Franca è atterrata in Tunisia, ma per la restituzione della salma ci vorrà ancora del tempo. Infatti, trattandosi di un incidente stradale, sul quale c’è in corso un’indagine della Polizia tunisina, bisognerà attendere l’autopsia e poi ci saranno tutte le pratiche burocratiche da espletare. «Non ho ancora sentito mia madre – spiega il figlio Francesco –. Novità sulla dinamica? No, l’ultima cosa che ho sentito dalle persone che erano con lui sono stati soltanto i singhiozzi».
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