L’imprenditore delle cave in procura: «Ora parlo io»
L’uomo che gli inquirenti nelle carte dell’inchiesta definiscono «ha assunto il malaffare come vero e proprio sistema di gestione dei suoi affari», è pronto a parlare. Arturo Bernardelli, ai domiciliari da metà settembre con l’accusa di istigazione alla corruzione ha chiesto e ottenuto di essere sentito dal pm Marzia Aliatis.
Invitata a «prendersi due giorni di tempo» per ascoltare le parole dell’imprenditore bresciano, titolare della Edilquattro srl, desideroso da una parte di difendersi e dall’altra di svelare i presunti intrecci tra politica e mondo delle cave. Appuntamento in settimana per il faccia a faccia con il magistrato che lo ha indagato e fatto arrestare.
«Il mio assistito è pronto a collaborare» conferma l’avvocato Carlo Ambrosini che difende Bernardelli. Secondo le indagini Bernardelli avrebbe tentato di corrompere con 15mila euro da versare in due tranche, un tecnico affinché falsificasse il rilievo topografico di una cava di sabbia e ghiaia a Ghedi gestita da una delle società del gruppo Edilquattro «così da occultare le gravi difformità con cui è stato coltivato tale bacino estrattivo» spiegano gli inquirenti.
A fare da tramite tra l’imprenditore e il tecnico - che ha denunciato tutto e permesso agli inquirenti di ricostruire la vicenda - sarebbe stato l’ex sindaco di Castenedolo Gianbattista Groli, indagato a piede libero, che ha respinto ogni accusa tramite il suo difensore.
Ora Arturo Bernardelli si sarebbe convinto a mettere sul tavolo della Procura nuovi nomi e nuove situazioni.
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