CronacaGarda

L’ex comandante della Locale di Sirmione accusato di stalking: «Per lei ho stravolto la mia vita»

L’uomo ha risposto alle domande del pm e del suo difensore nell’udienza del processo a suo carico che si è celebrata ieri: «Mai minacciata con la pistola, sotto la giacca avevo un gioiello che le volevo regalare per il compleanno»
Il Palazzo di Giustizia di Brescia, dove si sta celebrando il processo - © www.giornaledibrescia.it
Il Palazzo di Giustizia di Brescia, dove si sta celebrando il processo - © www.giornaledibrescia.it
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Secondo lui quegli oltre 500 tentativi di contatto tra telefonate e messaggi in due mesi non erano atti persecutori ma «comportamenti giustificati, io per lei ho stravolto la mia vita. Aveva generato in me delle aspettative e mi sono fidato di lei e poi ha deciso di troncare la relazione. Io non credo di aver commesso dei reati».

Ha parlato così l’ex comandante della Polizia locale di Sirmione rispondendo alle domande del pubblico ministero Alessio Bernardi e poi del suo difensore, l’avvocato Stefano Sartorato, nell’udienza che si è celebrata ieri del processo a suo carico per stalking nei confronti della ex compagna, che all’epoca dei fatti era segretario comunale nello stesso paese.

L’ex comandante, in un esame molto travagliato in cui si è più volte commosso e che il giudice ha più volte interrotto, ha ripercorso i due anni di relazione spiegando che «lei era molto gelosa e in due occasioni mi ha anche colpito» ma che «voleva un figlio da me, voleva un nostra famiglia. Io ero preoccupato per il discorso dell’età ma avrei fatto qualsiasi cosa per accontentarla».

Rispetto ad uno degli episodi più gravi contestato, un inseguimento in auto, l’ufficiale di Polizia locale ha dato la sua versione: «Non la stavo seguendo, quella era solo la strada che anche io facevo ogni giorno».

Al centro dell’esame però la mattinata del primo maggio quando il vigile si era presentato nella casa dove avevano vissuto insieme. Secondo l’accusa, e diverse testimonianze, l’uomo quel giorno aveva portato la pistola d’ordinanza per uccidere la donna e poi spararsi e solo la presenza della figlia di lei lo aveva fatto desistere.

Una ipotesi avvalorata dalle mail della sera precedente in cui l’uomo scrive frasi come «domani chiudiamo i conti» e «ti resterò per sempre sulla coscienza» e dal bonifico fatto alla ex moglie per il mantenimento del figlio nel caso in cui non avrebbe più versato gli assegni di mantenimento. Alle domande del pubblico ministero ha risposto che «nei calzoni sotto la giacca non c’era la pistola, che è sempre rimasta a casa, ma una scatola con un gioiello che le volevo regalare per il compleanno. Non ho bisogno di raccontare bugie, sono tranquillo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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