L’esperto: «Quando si sale in montagna bisogna usare la testa»

A dirlo è Pierangelo Mazzucchelli, responsabile della V delegazione bresciana del Soccorso alpino: «Troppi escursionisti da social»
Le montagne si riempiono di persone - © www.giornaledibrescia.it
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È alle porte una settimana rovente e non solo per le temperature. Da tradizione, a Ferragosto, la montagna registra numeri da capogiro. E, in maniera proporzionale ai turisti, crescono anche gli interventi piccoli e grandi cui sono chiamati gli uomini del Soccorso Alpino.

A ricordare le necessarie precauzioni da adottare, quando si affrontano escursioni in quota, è Pierangelo Mazzucchelli, responsabile della V delegazione bresciana del Cnsas: «Le gite in montagna, negli ultimi anni, risentono sempre più dell’effetto dei social. Anche i non esperti si muovono, spesso senza rispettare le regole di buon senso». A ricordarle è lo stesso Mazzucchelli: «Bisogna sempre controllare le condizioni meteo e programmare ogni escursione in base alle proprie condizioni fisiche. Se poi non si conosce bene la zona di destinazione, soprattutto se inesperti, è consigliabile farsi accompagnare da professionisti. In ogni caso è bene lasciare sempre detto dove si va e transitare dai rifugi che, è bene ricordarlo, non sono bar d’alta quota ma veri punti di riferimento per chi va in montagna».

Rispetto a questo periodo dell’anno Mazzucchelli aggiunge: «Non bisogna dimenticare che le giornate hanno cominciato ad accorciarsi. È bene quindi calcolare la durata delle escursioni e dotarsi di una pila frontale per ogni evenienza: ormai pesano solo 25/30 grammi. È buona norma averne sempre una nello zaino». Il tema dell’attrezzatura non è scontato. «Anzi, conta tantissimo, a partire dai piedi - dice il referente del Cnsas -. Girano in rete moltissime fotografie di atleti in montagna con scarpe da corsa, leggere e basse. Bisogna ricordare che queste persone hanno un certo tipo di muscolatura e la capacità di muoversi in un determinato ambiente. Un neofita dovrebbe invece utilizzare una scarpa medio-alta, che garantisce una presa maggiore e contiene meglio la caviglia».

Tornando al discorso della rete, per Mazzucchelli moltissimi escursionisti occasionali sono «da un lato molto social, dall’altro troppo poco. Perché utilizzano scarsamente tutte quelle applicazioni che potrebbero servire ad agevolare i soccorsi. Una su tutte è GeoResQ, ormai diventata gratuita. Dà la possibilità di avere sul telefono una traccia del percorso e, in caso di copertura, di essere raggiunti con più facilità».

In chiusura Mazzucchelli fa un appello, in concomitanza con le settimane canoniche delle ferie: «Vivete la montagna ma con consapevolezza, senza sottovalutare i vostri limiti. Chi non sa nuotare in acqua usa i braccioli. Chi va in montagna, in un certo senso, dovrebbe fare lo stesso».

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