Legge di Bilancio, i Comuni parlano di «sopravvivenza»

Stavolta, la seconda nel giro di neppure dodici mesi, i sindaci parlano di «sopravvivenza» dei loro Comuni. E sono arrabbiati. Per capire la ragione basta una cifra: 38,4 milioni di euro. Sono i fondi che, di qui al 2029, la Manovra toglie (ancora) alla spesa corrente (quella che finanzia asili e welfare) degli enti locali
A Brescia
È vero: il capoluogo ha un bilancio che muove ben altre cifre rispetto ai piccoli Comuni. Ma è anche vero che la sforbiciata è proporzionale e, infatti, ha ben sei cifre: 9.170.996 euro in cinque anni per la precisione. Tagli che si sommano a quelli già deliberati l’anno scorso, il che significa che solo nel 2025 Brescia si troverà a dover fare quadrare i conti con oltre 2,3 milioni di euro in meno.

E l’assessore al Bilancio Marco Garza, pragmatico per natura, lo sa bene: «Appena sarà possibile faremo la variazione di bilancio e cercheremo di mantenere lo standard dei nostri servizi, certo è che se l’approccio dello Stato non cambia, anno dopo anno, ci troveremo sì con i soldi per realizzare investimenti e opere pubbliche, ma senza la possibilità di riuscire poi a mantenere e a gestire i servizi e le funzioni una volta ultimati i cantieri. E questo non vale solo per il Pnrr, ma per tutto».
Limone sul Garda
«I tagli fanno male a tutti, ma noi riusciremo a reggere il colpo». Franceschino Risatti, sindaco di Limone sul Garda al quarto mandato, non fa i salti di gioia nello scoprire che il suo Comune sarà tra quelli proporzionalmente più colpiti dalla legge di bilancio, ma neppure si dispera. Limone è un Comune con un bilancio particolarmente florido. L’ultimo esercizio «ha chiuso con un avanzo di amministrazione di 3,9 milioni», rivela il primo cittadino. Pur essendo un borgo di soli 1.160 abitanti, Limone è un colosso dell’industria turistica e alcune voci d’entrata registrano numeri da fare invidia a paesi ben più grandi.

Nel 2024 le presenze turistiche (1,2 milioni) hanno generato introiti, con l’imposta di soggiorno, per più di un milione e mezzo di euro (1.573.597). Da gennaio a ottobre 2024 i parcheggi pubblici hanno incassato 2,2 milioni (2.218.653). I biglietti d’ingresso alla limonaia del Castèl hanno fruttato 418.352 euro. Insomma, qualche sforbiciata ai trasferimenti statali non fa paura. «Se i tagli imposti dal Governo servono per fare cose utili al Paese – continua Risatti – ben vengano. L’importante è che il sacrificio richiesto agli enti locali non sia vano».
Ma se Limone potrà sopportare il sacrificio, non sarà così per altri. E Risatti, che nel suo ruolo di presidente della Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano conosce le difficoltà che vivono i piccoli Comuni di montagna, lo sa bene: «Esprimo vicinanza ai miei colleghi sindaci che governano territori che soffrono. Spiace perché a rimetterci alla fine sono sempre i cittadini. Se un sindaco non ha fondi, non può far altro che tagliare i servizi».
Saviore dell’Adamello
Alla base c’è sicuramente un ammanco nel bilancio: 75mila euro nei prossimi cinque anni, ovvero 96 euro pro capite. Soldi che costringeranno l’Amministrazione di Saviore a tagliare qualcosa, a fare economie per non dover togliere servizi ai cittadini. Ma a bruciare non è tanto il tema dei fondi che non entreranno più nelle casse comunali, quando la delusione per non essere stati considerati un territorio fragile, che ha bisogno di essere aiutato piuttosto che penalizzato, nonostante i proclami di voler aiutare chi vive in montagna.
Il sindaco Serena Morgani è determinata: «È un problema reale, perché i tagli sono in parte corrente, dove dai servizi al cittadino. A esempio le borse di studio, la mensa, il pullmino per la scuola, che garantiamo fino alla quinta superiore. Abbiamo già deciso che non graveremo sulle scuole, perché per noi sono fondamentali. Vedremo come sacrificarci noi amministratori, andremo al risparmio sugli incarichi professionali, che comunque ci servono. Già vivere in montagna è difficile: siamo delusi, invece di incentivare la gente a restare sul territorio, si tagliano fondi ai Comuni più piccoli».

Certo, tutto sommato Saviore è una realtà che se la cava bene, grazie ai fondi dei Comuni di confine, alle centraline e agli investimenti fatti in passato, che permettono di garantire i servizi minimi sicuri. «È proprio il gesto che irrita, è un fattore morale – aggiunge Morgani –, ma siamo abituati a sopravvivere, siamo gente di montagna che cerca di trovare le risorse in ogni modo. Questa e una dimostrazione di lontananza dai piccoli borghi, molto diverso da proclami che si fanno».
Un altro municipio camuno perderà parecchie risorse: a Ponte di Legno mancheranno 266mila euro, 152 a residente. Anche qui ci sono i fondi Odi, ma non possono essere usati in parte corrente, vanno sugli investimenti. Senza contare che Ponte deve garantire servizi anche per le decine di migliaia di turisti che arrivano in estate e in inverno, mentre per il resto dell’anno deve far sopravvivere una comunità che si va sempre più affievolendo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.