La Franciacorta e il legame col vino che risale all’epoca romana

Il legame tra la storia e la cultura franciacortine con la tradizione enologica è inscindibile e remoto. Basti pensare che sulle colline della Franciacorta la coltivazione della vite ha origini remote, come testimoniano i rinvenimenti di vinaccioli di epoca preistorica e gli scritti di autori classici quali Plinio, Columella e Virgilio. E dall’epoca romana al periodo tardo-antico fino al pieno medioevo crebbero vigneti anche grazie alle favorevoli condizioni climatiche e pedologiche.
La storia
Con alti e bassi, la viticoltura in queste terre non s’interruppe mai. Eppure la storia del territorio è stata fortemente caratterizzata anche dalla presenza di grandi enti monastici che qui avevano, già prima del Mille, grandi possedimenti e che fecero una grande opera di dissodamento, bonifica e coltivazione del territorio. Tra i più attivi c’era il monastero femminile di San Salvatore (in seguito intitolato a Santa Giulia di Brescia), fondato dal re Longobardo Desiderio e da sua moglie Ansa nel 753. Nella stessa epoca, tuttavia, erano presenti numerose altre corti monastiche, tra le quali quelle di Clusane, Colombaro, Timoline, Nigoline, Borgonato e Torbiato.
La nuova vita del territorio – il cui suolo ha origini moreniche ed è molto ricco di minerali aggiunti – comincia però a partire dal XX secolo. Negli anni ’50, quasi all’improvviso, si assistette infatti a una nuova fiducia sulle potenzialità del territorio di produrre vini-base adatti alla spumantizzazione. La denominazione voluta da un piccolo gruppo di produttori, incoraggiati dalle nuove leggi italiane in materia di denominazione di origine, arrivò nel 1967. A partire dagli anni ’70 imprenditori e manager cominciarono ad acquistare terreni in Franciacorta, arricchendo le terre con vigneti da cui produrre in proprio dei vini buoni, per loro e per gli amici. E negli Ottanta si seppe valorizzare la qualità del prodotto: nell’83 il Pinot di Franciacorta passò dai 50 ettari iniziali a 550 e le vendite superarono il milione di bottiglie.
L’origine del nome, tra misteri e leggende
Affascinate e avvolto nel mistero, il nome «Franciacorta» da decenni stuzzica la curiosità di studiosi e linguisti. Ad oggi sono due le teorie che circondano la nascita del nome, una legata alla storia del nostro Paese e una alla tradizione cristiana. La prima vuole che le origini del nome siano legate al periodo storico di Carlo Magno e delle sue conquiste. Sembrerebbe infatti che, intorno al 774, il sovrano si fosse accampato proprio nel cuore della zona oggi riconosciuta come Franciacorta. Tra mito e realtà, la leggenda narra poi che, durante il periodo dedicato alla conquista di Brescia, in occasione della festa di San Dionigi il sovrano avrebbe definito la zona come una «piccola Francia». Ma c’è una seconda ipotesi, legata invece alla storia dei monaci cluniacensi e cistercensi provenienti da Cluny nel XI secolo. Per consentire ai monaci di concentrarsi solo sulla coltivazione delle vigne, la Chiesa li rese esenti dal pagamento delle tasse imperiali ed ecclesiastiche. Da qui, deriverebbe quindi il soprannome di «curtae francae» («corti franche» e libere).
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