Legambiente: manca ancora l’elettrificazione della linea ferroviaria Brescia-Parma
Tra gli interventi mancati segnalati dal rapporto «Pendolaria» di Legambiente c’è anche l’elettrificazione della linea Brescia-Parma, indicata tra le peggiori tratte ferroviarie d’Italia, con materiale rotabile «tra i più vecchi della Lombardia e dell’Emilia-Romagna», scarsa offerta di treni, infiltrazioni d’acqua, ritardi, soppressioni, sovraffollamento. E pure di molte stazioni si denunciava «uno stato di estremo degrado».
L’innovazione
«Pendolaria» 2024, invece, menziona la linea nel paragrafo dedicato ai progressi nei lavori di elettrificazione della rete e di installazione di sistemi di controllo della sicurezza quali il «Sistema controllo marcia treno» (Scmt) e il «Sistema supporto condotta» (Scmt): un pacchetto di interventi su varie linee italiane che Legambiente definisce «uno degli aspetti più positivi degli ultimi anni».
Non per la Brescia-Parma, che ne rimane esclusa assieme a gran parte della rete sarda e alle linee Lecco-Monza, Legnago-Rovigo e Grosseto-Siena, per citare le maggiori. E sì che si tratta di un investimento notevole, oltre 2 miliardi di euro di progetti di elettrificazione per oltre 1.700 chilometri della rete finanziati da Rfi per arrivare, nelle previsioni, a 1.200 nuovi chilometri di linea elettrificata attivati entro il 2026 e a 54,6 km oltre quella data. A lavori conclusi, sarà elettrificata il 78 % della rete (nel 2022 era il 70,2 %), facendo dell’Italia uno dei Paesi europei più virtuosi: in Spagna e in Germania, per esempio, l’elettrificazione coinvolge oggi, rispettivamente, circa il 63% e il 60% della rete. Un buon risultato, in attesa che sia il turno anche della Brescia-Parma.
La situazione
In Lombardia, su 1.740 chilometri di binari, sono 283 chilometri quelli ancora non elettrificati (il 16,3 %), mentre in Emilia-Romagna sono 259 km su 1679 (il 15,4 %).
A livello nazionale, il rapporto segnala un forte divario nel servizio tra Nord e Sud e tra linee principali e secondarie. Sono proprio gli interventi «minori», come appunto l’elettrificazione delle linee, secondo Legambiente, a essere stati messi in secondo piano dagli annunci sulle grandi opere (quali il Ponte sullo Stretto, a cui il report dedica un approfondimento critico), col rischio di dimenticare l’importanza del micro (servizi efficienti e puntuali a livello locale) per il macro (la rete nazionale): il rapporto calcola in 500 milioni i finanziamenti annuali necessari fino al 2030 per rafforzare il servizio ferroviario regionale italiano, con acquisto o riammodernamento dei treni, e 2,5 miliardi per linee metropolitane, tranvie e linee suburbane.
Tra le note positive, il trend di crescita dei passeggeri rispetto al periodo pre-pandemico, anche se in alcune regioni i dati del 2022 restano inferiori ai numeri del 2019 (-13,5% per la Lombardia).
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