Legambiente Lombardia fa ricorso contro la cementificazione a Chiari

Legambiente Lombardia ha annunciato di aver presentato un ricorso al Presidente della Repubblica contro la decisione del Comune di Chiari di modificare il proprio piano urbanistico. La modifica prevede di cambiare la destinazione d'uso di 200mila mq di territorio comunale per venire incontro alle richieste della Sandrini Metalli Spa, che intende triplicare il proprio insediamento.
L’impianto industriale
In particolare, l'azienda prevede di realizzare un nuovo edificio produttivo di 70mila mq in un'area agricola, destinata dal piano urbanistico alla «ricostruzione polivalente dell'agroecosistema». L'impianto industriale, dove si lavoreranno metalli, poliuretano e lane minerali per produrre pannellature isolanti, è stato definito «insalubre di Ia classe» dall'Arpa per il tipo di lavorazioni e per la necessità di utilizzare e stoccare sostanze chimiche pericolose, con possibili esplosioni, rientrando nella categoria a «rischio di incidente rilevante» secondo la direttiva Seveso.
Le contestazioni
La presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto, ha dichiarato: «Nella regione che primeggia in Italia quanto a consumo di suolo, non possiamo più tollerare che si sprechino risorse preziose, anzitutto per l'equilibrio ambientale, oltre che per la produzione agricola». L'associazione chiede a Regione Lombardia una normativa più rigorosa che limiti la discrezionalità delle amministrazioni locali nell'eludere le norme urbanistiche.
Il vicepresidente del Circolo ChiariAmbiente – Ovest Bresciano Aps, Federico Lorini, ha aggiunto: «Come cittadini non accettiamo che decisioni così importanti per la salute, il benessere e la sicurezza si assumano attraverso la negoziazione tra amministrazione e singole imprese». Lorini sottolinea la necessità di un processo di governo del territorio trasparente, che tenga conto degli interessi di tutti i cittadini.
Legambiente, supportata dall'avvocata Emanuela Beacco, contesta anche la procedura urbanistica semplificata (Suap) utilizzata dal Comune, che a loro dire non sarebbe adatta a un intervento di tale portata, trattandosi di una nuova attività industriale e non di un ampliamento dell'attività esistente. L'associazione chiede che la localizzazione di questo tipo di impianti avvenga in aree idonee, previste dai piani urbanistici, e non in tessuti urbanistici misti, come quello di Chiari, che vede la compresenza di attività artigianali, residenziali, agricole e servizi scolastici.
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