Le terme di Ponte di Legno prendono forma ma la fine è ancora lontana
Prima di Natale, ovvero nelle prossime ore, dovrebbe essere gettato il primo piano fuori terra. Manufatto che permetterà di completare all’ottanta per cento circa i solai della maxi struttura di piazzale Europa. I successivi piani, infatti, diminuiranno di superficie.
Il progetto
Stiamo parlando delle terme di Ponte di Legno che, dopo anni di lavoro sottoterra, da qualche settimana sono spuntate dal piano strada. Poi ci sarà il lungo stop invernale: impossibile, in alta Valcamonica, portare avanti un cantiere nei mesi freddi. L’obiettivo di Mario Bezzi, presidente della Sit (Società impianti turistici) è chiudere la struttura esterna entro il prossimo anno, in modo da potersi occupare delle lavorazioni interne senza soste obbligate per l’inverno.
«I lavori proseguono - spiega Bezzi - e prima delle feste gettiamo il piano fuori terra. Il lavoro è complicato, sia per il sedime del cantiere, che è quello che è, sia per la stagionalità: finché non chiudiamo la struttura è difficile. In inverno non si può lavorare e la scorsa primavera abbiamo perso altri due mesi per le continue piogge. Conto nel 2025 di chiudere la scatola e poi di operare solo dentro, in modo da non avere più sospensioni».
I problemi
Per il patron della Sit, il cantiere delle terme è stato molto più complicato di quel che si pensava, seppur avendo l’esperienza del vicino parcheggio: la falda a trenta metri ha dato ancora più filo da torcere ed è stato necessario adottare misure ancora più stringenti (e costose).
Ma ora le avversità maggiori appaiono alle spalle, dopo i rallentamenti per la pandemia e per l’aumento eccessivo dei costi delle materie prime, che hanno quasi fatto raddoppiare i costi (dai circa 24 milioni dei progetti datati 2017 agli attuali 40 o forse più).
Tempistiche
Impossibile chiedere a Bezzi quando si potrà godere delle terme, tra le più belle d’Europa, concepite dall’archistar Marco Casamonti come se fossero un ghiacciaio con un crepaccio.
«Se all’imperatore Vespasiano si chiedeva quando avrebbe finito il Colosseo - scherza Bezzi - si finiva in pasto ai leoni». Battute a parte, l’obiettivo potrebbe essere quello di fine 2026, ma i tempi sono davvero stretti. «Un anno prima o dopo poco importa - conclude il presidente di Sit -, si tratta di un’opera iconica dalla quale trarremo benefici per decenni. Ponte, senza le terme, è già la decima stazione sciistica preferita, immaginiamoci cosa accadrà dopo».
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