L’azienda non lo paga, operaio minaccia di buttarsi dal tetto a Nuvolera

L’allarme è rientrato dopo una lunga trattativa. L’impresa ha formalizzato il licenziamento ieri e si è impegnata a pagare entro il 20 giugno gli stipendi arretrati
La villetta in costruzione a Nuvolera - © www.giornaledibrescia.it
La villetta in costruzione a Nuvolera - © www.giornaledibrescia.it
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Vedere degli operai al lavoro nel cantiere dal quale lui era stato allontanato è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della sua esasperazione. Ha preso una scala, è salito su tetto e ha cominciato a scagliare tutto quello che aveva a portata di mano, minacciando di distruggere il lavoro che aveva fatto o di gettarsi nel vuoto se non gli fossero stati pagati gli stipendi arretrati. Solo dopo una lunga e delicata mediazione, che ha coinvolto i Carabinieri, la Polizia locale e un sindacalista della Filca Cisl, lo stallo si è sciolto e l’operaio, ricevuto un impegno firmato dagli ex datori di lavoro, è tornato a casa.

Mattinata di tensione quella vissuta ieri mattina in via Giava a Nuvolera dove si sta costruendo una villetta ai piedi della collina. La scorsa settimana un controllo dell’Ispettorato del lavoro aveva rilevato una serie di irregolarità e la ditta in subappalto che stava lavorando è stata allontanata dal cantiere.

Tra gli operai c’era anche un 53enne marocchino dipendente di una ditta di Botticino, da molti anni residente a Castrezzato, sposato e con figli. Nei giorni successivi gli è stato comunicato che la ditta non aveva più lavori da assegnargli e di non presentarsi. Ieri mattina però è passato da via Giava e ha visto altre persone nel cantiere e ha perso il controllo. Ha preso una scala e, raggiunto il tetto, ha cominciato a lanciare attrezzi a materiali, minacciando di buttarsi nel vuoto.

Subito sono intervenuti il proprietario dell’abitazione, il titolare della ditta ma anche Carabinieri, Polizia locale e medici e infermieri del 118. Con l’operaio esasperato si è instaurata una lunga trattativa.

Il 53enne ha prima accettato di scendere dal tetto e di continuare a parlare da una situazione di sicurezza sul terrazzo e poi ancora definitivamente in strada davanti alla villetta in costruzione. L’impresa ha formalizzato il licenziamento alla data di ieri e si è impegnata a pagare entro il 20 giugno gli stipendi arretrati, alcune mensilità del 2024, e a chiudere la posizione con il Tfr e i rimborsi ancora dovuti entro il 20 luglio. Un accordo in cui è stata determinante la mediazione della Filca, la Federazione italiana lavoratori costruzioni e affini della Cisl, sindacato a cui Mohamed è iscritto. Domani le parti si ritroveranno per mettere nero su bianco gli impegni.

«I lavoratori vanno pagati alle scadenze naturali ma soprattutto con più collaborazione da parte delle istituzioni che si occupano dei controlli sarebbe più facile gestire le situazioni di difficoltà che si presentano» ha spiegato Massimo Bellini, il funzionario della Cisl che ha gestito la trattativa.

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