Cronaca

Lavoro, la difficoltà nel ricevere risposte concrete

Ogni persona invia molte domande, ma i recruiter non trovano competenze
Un curriculum - Foto generica
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Tra chi è alla ricerca di un nuovo lavoro, il 19% non ha ancora trovato l’opportunità giusta. Non stupisce, perciò, che la metà dei professionisti dichiari che cercare lavoro sia frustrante. Ma quali sono le ragioni? Per due lavoratori su cinque (39%) la difficoltà maggiore risiede nell’individuare un’offerta che risponda ai propri criteri di ricerca: ostacolo considerato più rilevante, ad esempio, della negoziazione salariale, indicata dal 24% degli intervistati come motivo di criticità.

Frustrazione

A far crescere la frustrazione è anche l’assenza di feedback da parte degli hiring manager, con quasi la metà (48%) dei lavoratori in Italia che concorda sul fatto che sia diventato più difficile ricevere riscontro. Mentre due professionisti su cinque (36%) affermano di candidarsi a più lavori che mai, ma di ricevere comunque meno risposte. Ben il 20% degli intervistati ha indicato proprio l’assenza di riscontri come uno dei principali ostacoli nella ricerca.

E qual è la prospettiva di chi sta dall’altra parte, ovvero dei recruiter? In Italia, il 65% degli hiring manager intervistati da LinkedIn sostiene che, nel 2024, è diventato più difficile trovare candidati in grado di soddisfare i requisiti necessari per una posizione aperta. L’altra faccia della medaglia. In particolare, oltre la metà sostiene che il processo di ricerca e selezione sia diventato frustrante, il 48% dichiara di ricevere svariate candidature da parte di professionisti non adatti al ruolo e il 45% lamenta la difficoltà di trovare talenti con il giusto set di skill, da un punto di vista tecnico.

Priorità

La priorità per i lavoratori italiani quando si tratta di pianificare la propria carriera è data dall’opportunità di acquisire nuove competenze (20%). Chi desidera un cambiamento ha intenzione di dedicare più tempo alla ricerca di un lavoro in linea con i propri interessi e valori (17%), mentre tra chi non ha intenzione di cambiare prevale il bisogno di stabilità (15%) e l’alta considerazione dell’attuale flessibilità di tempi e modi di lavoro (14%).

Lo conferma Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia: «L’attuale panorama competitivo nella ricerca di lavoro dimostra che i professionisti italiani riconoscono quanto sia cruciale che le loro competenze siano adatte ai ruoli richiesti. In un mercato in rapida evoluzione, bisogna da un lato fornire nuovi strumenti e risorse per guidare strategicamente i professionisti nella ricerca di un nuovo lavoro, aiutandoli ad ampliare il proprio network, dall’altro offrire strumenti e soluzioni innovative».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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