«L’amore non uccide»: a Vigonza la fiaccolata per Giada Zanola
Duemila persone hanno partecipato alla fiaccolata organizzata dal Comune di Vigonza per ricordare Giada Zanola, la trentatreenne bresciana morta mercoledì scorso precipitando da un cavalcavia sull’autostrada A4.
«L’amore non uccide» lo striscione in testa al corteo silenzioso che dalla casa dove Giada viveva con il figlio di tre anni e con Andrea Favero, il compagno arrestato con l’accusa di averla uccisa, ha raggiunto il ponte dal quale Favero l’avrebbe buttata giù.
Dietro lo striscione il papà di Giada, Gino, con gli altri due figli, Daniel e Federica, accompagnati da amici e parenti arrivati da Brescia per partecipare alla fiaccolata. Sul cavalcavia don Alessandro, parroco di Vigonza, ha pregato per «Giada e tutte le donne uccise dai propri compagni, Dio accolga le loro anime - ha detto - tocchi il cuore di Andrea e di tutti coloro che commettono violenza e rincuori i familiari».
Un pensiero per il figlio di Giada lo ha espresso il sindaco del paese, Gianmaria Boscaro, che ha assicurato l’impegno della comunità «che saprà prendersi cura del bambino». Papà e fratelli di Giada sono rimasti silenziosi nel loro dolore, protetti dal calore degli amici non hanno voluto rilasciare dichiarazioni.
Alla fiaccolata ha partecipato Ivo Maoret, fratello della mamma di Giada, scomparsa a dicembre scorso, arrivato da Villaggio Sereno, con la moglie Marina e i figli Alessandra e Andrea. «Ho visto Giada l’ultima volta un mese fa - ha detto - sembrava serena. Adesso quello che chiediamo è che venga fatta giustizia».
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