Nuove opere di svaso al Lago d’Idro: timori per i livelli
Se ne parla e si discute da più di cent’anni: del resto gli interessi legati all’utilizzo dell’acqua che entra ed esce dal lago valsabbino (e un poco anche trentino) sono tanti e diversificati. Elencandoli, non certo per definirne l’importanza, ci sono: le esigenze irrigue dell’agricoltura; lo sfruttamento idroelettrico; la sicurezza idraulica lungo tutto il Chiese; l’economia turistica; la salvaguardia in chiave ecologica delle acque e delle sponde dell’Eridio, con particolare riguardo alla presenza di un Sic (Sito di importanza comunitaria) in quel di Baitoni (Trentino).
Ad oggi tutti i portatori di interesse sembrano accettare il fatto che sia possibile trovare la quadra limitando l’escursione del lago a un metro e 30 centimetri. Escursione che dal 1917 al 1987 era addirittura di 7 metri, ridotta poi a 3,25 fino al 2007, quando un decreto prefettizio ha stabilito l’escursione massima di un metro e 30, quasi sempre rispettata, in attesa di realizzare nuove opere di svaso in sostituzione di quelle già presenti e giudicate obsolete perché mal funzionanti.
Timori e rassicurazioni
Il «sembra» riferito al metro e 30 è d’obbligo. Le nuove opere di regolazione così come sono state progettate e poi riprogettate, infatti, ufficialmente per «esigenze di sicurezza», permetterebbero nei fatti di tornare a «succhiare» dal lago i 3,25 metri ante 2007. Lo temono in modo particolare gli «Amici della Terra» che da sempre si battono perché il lago d’Idro torni ad essere il lago naturale che è sempre stato e non un mero bacino, una sorta di vasca alla quale togliere il tappo alla bisogna. Fra le più recenti azioni da parte dell’associazione ambientalista, lo scorso autunno, quella di raccogliere in occasione di una manifestazione 525 firme poi inviate alla vicina Provincia autonoma di Trento in cerca di un suo sostegno, in particolare perché venga assicurata l’escursione massima di un metro e 30 centimetri e venga ritenuta non valida la Valutazione di impatto ambientale delle nuove opere.
Verso l’incontro
Gli «Amici» verranno ascoltati il prossimo 6 febbraio dalla Terza Commissione della Provincia autonoma di Trento, che però – in modo irrituale secondo gli Amici della Terra – ha già interpellato sulla questione il dirigente dell’ente che segue la questione, Romano Masè, il quale ha smorzato gli entusiasmi sull’ipotesi di bloccare la procedura di Via del nuovo progetto sulle opere, in quanto «valida fino al 2028», ed assicurato l’approvvigionamento idrico per l’agricoltura ed il mantenimento delle condizioni ambientali del Sic con i rilasci già concordati e da meglio definire dalle dighe Bissina e Boazzo. Basterà questo a garantire, anche con le nuove opere, un’escursione limitata a un metro e 30? C’è chi dice no. E la storia continua.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.