L’addio a Jonny, stroncato dall’asma a 10 anni

Il piccolo è morto a Prevalle la notte del 19 luglio in seguito a un grave attacco. Il ricordo delle maestre
Jonathan Yeboah Kwarteng, per tutti Jonny - © www.giornaledibrescia.it
Jonathan Yeboah Kwarteng, per tutti Jonny - © www.giornaledibrescia.it
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Il frinire delle cicale era assordante ieri fuori dalla Casa del commiato «Giacomini» di via Gavardina in cui erano composte le spoglie del piccolo Jonathan Yeboah Kwarteng, 10 anni. Copriva il pianto e il dolore di quanti conoscevano il ragazzino e che manifestavano nelle lacrime composte il loro cordoglio.

La giornata tersa e il caldo estivo stridevano col dolore strisciante di coloro che in mesto pellegrinaggio portavano il loro saluto al piccolo Jonny, nato in Italia da genitori ghanesi.

Il ragazzino è stato stroncato nella notte tra il 18 e il 19 di luglio nella sua casa di Prevalle da una crisi di asma particolarmente violenta. Il nulla osta alla sepoltura di questa mattina nel vicino camposanto San Michele è giunto solo nei giorni scorsi, dopo l’autopsia che ha rivelato come effettivamente la causa della morte del ragazzino sia stata proprio la patologia di cui soffriva dalla nascita.

Ieri davanti al cordoglio del sindaco Damiano Giustacchini si sono succeduti i molti dipendenti della ditta dove lavora il padre Louis Kwarteng, la Utk. È la mitica impresa di gokart fondata da Tony Kart e famosa in tutto il mondo per la qualità delle sue realizzazioni.

Il padre di Jonny lavora ai centri di lavoro in questa azienda ipertecnologica. «Louis e la sua famiglia sono perfettamente integrati a Prevalle. Qui sono giunti oltre vent’anni fa, hanno studiato e si sono creati una posizione stimata. La morte di Jonny è stata un fulmine a ciel sereno per tutti. Come amministrazione esprimiamo il dolore della nostra comunità e ci stringiamo alla famiglia ed ai fratelli del piccolo che abbiamo stimato e apprezzato anche in ambito sportivo avendo militato nella Polisportiva Prevalle» spiega il sindaco.

In questi giorni parenti e amici si sono avvicendati al feretro bianco di Jonny. Un dolore diffuso a cui risponde una comunità non solo di immigrati ma di persone che condividono l’attaccamento al lavoro e l’orgoglio della grande famiglia della Tony Kart.

«Ciao Jonny, vola in alto piccolo fiore» scrive come saluto al bambino la maestra Anna. Le fa eco un’altra maestra che invita Jonny a «volare più in alto possibile...». E via via al cospetto del feretro chiaro, circondato di fiori e di corone bianche, dove Jonny riposa con un foulard sul capo indossando la camicia bianca con dei piccoli disegni stilizzati, vengono posati diversi messaggi di compagni di classe della quinta e amici dell’oratorio.

La famiglia si alterna alla camera ardente e la fede fa mormorare al padre che «Dio ha chiamato a sé il nostro piccolo. Lui lo ha voluto in cielo». Una fede che supera il senso di grande vuoto e di dolore della morte improvvisa di un figlio. Una speranza di resurrezione che è rafforzato nel credo e nella cultura di queste genti d’Africa che bada più alla sostanza che alla forma e che si ritempra nella preghiera nella certezza un giorno di potersi riabbracciare. Così stamattina alle 10, Jonny, dopo la messa sarà sepolto nel cimitero intitolato a San Michele. L’arcangelo deputato a squillare la tromba nel giorno del giudizio finale.

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