La sfida del volontariato, coinvolgere i giovani per mettersi in rete

Giovanni Vezzoni, presidente Centro servizi per il volontariato di Brescia: «Spesso non è percepito come un’opportunità»
Volontariato, festa per le associazioni
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Ricambio generazionale, sostenibilità economica sempre più a rischio, necessità di lavorare in rete per ottenere risultati più efficaci. Eccole, in estrema sintesi, le sfide che deve affrontare il mondo del volontariato.

  • CRONACA BRESCIA AUDITORIUM SAN BARNABA PREMIAZIONI VOLONTARI PER CARINI 05-12-2024 MARCO ORTOGNI NEW EDEN GROUP
    Il mondo del volontariato bresciano in San Barnaba - Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Quello dell’associazionismo bresciano è un panorama molto variegato. La Giornata mondiale del volontariato (che si celebra il 5 dicembre) è tradizionalmente l’occasione per fare il punto; il Centro servizi per il volontariato ieri sera ha premiato, all’auditorium San Barnaba, gli oltre cento sodalizi che nel 2024 hanno compiuto dai dieci anni in su: tagliano il traguardo del secolo la scuola materna Don Federico Sciotta di Rovato e la Aps bresciana dell’unione italiana Ciechi ed ipovedenti di Brescia; il Cai Brescia di anni ne compie invece 150.

Le realtà bresciane

Secondo le stime del Csv sono circa 3.000 le realtà di Brescia e provincia impegnate nel volontariato. Di queste sono 2.500 quelle iscritte al Registro unico nazionale del Terzo settore: in testa ci sono le associazioni di promozione sociale, seguite dalle organizzazioni di volontariato e dalle cooperative sociali.

Il Csv, nelle scorse settimane, ha diffuso un questionario online rivolto agli enti del Terzo settore bresciani: 265 le risposte raccolte. Ne è seguita l’analisi tramite alcuni focus group, organizzati in collaborazione con Cesvopas (Centro studi per il volontariato e la partecipazione sociale dell’Università Cattolica di Brescia); è stato quindi organizzato un convengo dal titolo «Volontariato: competente e sfide e bisogni del terzo settore», tramite tavoli di lavoro aperti alle associazioni, si è dibattuto delle principali sfide che il terzo settore bresciano sta affrontando.

I cambiamenti

«Le sfide che affronta il volontariato bresciano oggi, riflettono i cambiamenti sociali, economici e culturali che caratterizzano non solo il territorio di Brescia, ma anche il più ampio panorama del Terzo settore in Italia», spiega Giovanni Vezzoni, presidente del Csv di Brescia;il Centro servizi supporta il volontariato, in particolare quello presente negli enti di Terzo settore, nell’intraprendere e far conoscere le proprie iniziative, nel dotarsi di competenze organizzative e gestionali, nel coinvolgere nuovi soggetti e reperire risorse, nell’intervenire sulle cause dei fenomeni sociali e nel darsi forme autonome di rappresentanza.

Il tema dei temi è il ricambio generazionale. «Molte associazioni bresciane fanno affidamento su volontari storici, con una lunga esperienza, ma vi è difficoltà a coinvolgere i giovani in modo strutturato e continuo – spiega Vezzoni –. Molti giovani non percepiscono il volontariato come un’opportunità di crescita personale o professionale, soprattutto in contesti dove le competenze acquisite non sono direttamente trasferibili nel mondo del lavoro». Si inoltre sta sempre più diffondendo quel fenomeno definito volontariato occasionale o volontariato episodico, forme di cittadinanza attiva e di impegno sociale non più mediate da appartenenze associative che raccontano il cambiamento della disponibilità.

La pubblicazione

Responsabilità, empatia, motivazione, gestione interculturale e delle diversità, capacità di lavorare in gruppo e di mettersi in gioco sono solo alcune delle competenze, soft skill che si possono acquisire con un’esperienza di volontariato. Di queste tematiche si è parlato nel corso dell’incontro, promosso da Csv, lo scorso 22 ottobre, nella sede dell’Avis Provinciale di Brescia, per la presentazione del volume «Volontariato competente - Riconoscere gli apprendimenti nella partecipazione sociale» curato da Livia Cadei.

Il volume elaborato dal gruppo di ricerca del Cesvopas dell’Università Cattolica esamina il valore formativo dell’esperienza di volontariato ed analizza i possibili contenuti di apprendimento, distinguendo tra abilità, competenze e valori giungendo infine a discutere le sfide, i rischi e le opportunità della certificazione degli apprendimenti per pensare in modo nuovo il valore di un volontariato competente. Nell’ultimo capitolo del libro è presente un approfondimento in chiave sociologica relativo al modo in cui la questione delle competenze è stata declinata, nello specifico, all’interno del Servizio civile universale.

La formazione

«Il processo di rilevazione dei bisogni, rafforzato dai quotidiani contatti con i nostri stakeholder, sia tramite l’attività di sportello, sia nel corso delle iniziative territoriali, – sottolinea Vezzoni – ha confermato i fabbisogni principali del volontariato, già emersi nello scorso anno. In particolare oltre all’importanza di potenziare le competenze tecniche e gestionali delle organizzazioni, promuovere la formazione continua, migliorare la digitalizzazione dei servizi e rafforzare le reti di collaborazione territoriale, emergono i seguenti bisogni.

Ricambio generazionale e coinvolgimento dei giovani: molte associazioni bresciane fanno affidamento su volontari storici, con una lunga esperienza, ma vi è difficoltà a coinvolgere i giovani in modo strutturato e continuo. Molti giovani non percepiscono il volontariato come un’opportunità di crescita personale o professionale, soprattutto in contesti dove le competenze acquisite non sono direttamente trasferibili nel mondo del lavoro.

Il volontariato bresciano deve affrontare inoltre il problema della sostenibilità economica, poiché le risorse pubbliche sono sempre più limitate, le associazioni devono essere in grado di diversificare le loro fonti di finanziamento. È difficile attrarre donatori privati o trovare aziende disposte a sponsorizzare progetti di volontariato, soprattutto per associazioni di piccole dimensioni.

Queste possono avere difficoltà a partecipare a bandi complessi, sia per la mancanza di competenze nella stesura dei progetti sia per la gestione burocratica successiva. Altrettanto sentito dal mondo associativo è il bisogno di migliorare la collaborazione tra le diverse organizzazioni di volontariato e con altri attori del territorio, come enti pubblici, scuole, aziende e università. Lavorare in rete è fondamentale per ottenere risultati più efficaci e massimizzare l’impatto delle attività, ma questo processo incontra alcuni ostacoli, come la frammentazione delle iniziative sul territorio, la competizione per le risorse».

Il futuro

Quali di queste sfide porterà avanti Csv Brescia nel prossimo triennio? «La programmazione per il prossimo triennio - prosegue Vezzoni - verrà presentata ai soci per l’approvazione il 13 novembre, e sarà orientata a rafforzare tre aree chiave: la promozione del volontariato, l’innovazione digitale e le sinergie. In riferimento alla promozione del volontariato, Csv sarà impegnato a potenziare la diffusione della cultura del volontariato tra giovani e adulti, con particolare attenzione alle scuole e alle università. Il coinvolgimento delle nuove generazioni rappresenta infatti una priorità per garantire il ricambio generazionale nelle organizzazioni di volontariato (Odv) e negli enti del Terzo Settore (Ets).

Per quanto concerne l’innovazione digitale e sostenibilità Csv Brescia continuerà a promuovere l’adozione di strumenti digitali e piattaforme innovative per facilitare la gestione delle organizzazioni, migliorare l’accessibilità ai servizi e promuovere un uso più sostenibile delle risorse. Sarà ulteriormente rafforzata l’integrazione tra Csv e la collaborazione con enti pubblici e privati. L’obiettivo è sviluppare economie di scala e migliorare la qualità dei servizi attraverso un uso efficiente delle risorse».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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